Le fiamme si levavano alte. L’attacco era ormai imminente. La regina della cittadella assediata aveva predisposto ogni cosa, spiegando personalmente ai soldati come disporsi. Al contempo, in tutta fretta, aveva fatto sì che le provviste, di pane e uova soprattutto, venissero messe il più al sicuro possibile, nelle profondità. Tutto quello che si poteva fare, l’aveva fatto.

Era perfettamente consapevole dell’estrema gravità della situazione, che tantissimi di loro non ce l’avrebbero fatta, ma altrettanto cosciente che fosse suo dovere impegnarsi allo spasimo, a costo della propria vita. Gli operai lavoravano senza sosta, su e giù, su e giù, trasportando carichi immani, incrociando i soldati che tenaci si adoperavano per tappare ogni buco verso l’esterno. Le fiamme che guizzavano alte si facevano sempre più vicine, infilandosi a pitturare di rosso ogni pertugio, chiara avvisaglia dell’irreparabile ormai prossimo.

Ma la regina non intendeva certo darsi per vinta. Era sopravvissuta ad altri attacchi del genere, e dalle macerie fumanti ogni volta aveva ristabilito ordine e dignità al suo tormentato popolo. Non era facile ricominciare tutto daccapo, ma evidentemente quello era il loro destino.

Da uno spiraglio lasciato ancora aperto, guardò fuori: il nemico si era fatto vicinissimo, era lì lì per attaccare. Mancava pochissimo. Non c’era più tempo per far nulla. Tramite i suoi consiglieri, ordinò il Si Salvi Chi Può! Nessuno avrebbe dovuto rimanere un istante di più nelle zone alte della cittadella. Avrebbero dovuto abbandonare tutto quello che non erano ancora riusciti a mettere al sicuro, ma pazienza. La vita era la cosa più importante.

Le vie per le profondità minacciarono di intasarsi, ma l’ottimo lavoro dei soldati, che si misero a dirigere il traffico, impedì che si arrivasse ad ingorghi pericolosi. La regina, quasi indifferente a quella fretta, rimase ferma al suo punto d’osservazione. Non se ne sarebbe andata finchè l’ultimo dei suoi concittadini non si fosse messo al sicuro. Le fiamme erano sempre più vicine, con loro immane potere distruttivo pronto ad abbattersi su di loro…

“Avanti, bambini, venite via!  Spegnete i fiammiferi, che vi bruciate le dita! E lasciate stare quel formicaio!”

Emanuele Tavola