LECCO – Dieci i punti monitorati quest’anno dalla Goletta nelle acque del Lario e sottoposti ad analisi microbiologiche, quattro sulla sponda comasca e sei su quella lecchese, dove risultano due punti fuori dai limiti di legge: “fortemente inquinato” il campione prelevato a Lecco, alla foce del torrente Caldone, “inquinato” quello di Bellano, alla foce del torrente Valle dei Mulini (Oro), punto che risulta balneabile dal Portale delle Acque del Ministero della Salute.
Entro i limiti risultano i prelievi a lago, alla foce del torrente Inganna (a Colico) e alla foce del torrente Esino (a Perledo), il prelievo effettuato alla foce del torrente Meria, a Mandello del Lario, e quello alla foce del torrente Gallavesa, a Vercurago, che rappresentano un miglioramento rispetto alle edizioni precedenti. Nel mirino ci sono sempre canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento microbiologico, causato da cattiva depurazione o scarichi illegali, arriva nei laghi.
È questa, in sintesi, la fotografia scattata nella tappa lombarda lungo le sponde del Lario dal team di tecnici e volontari di Goletta dei Laghi, la campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute dei bacini lacustri italiani. I risultati sono stati presentati nel Comune di Lecco da Elisa Scocchera, portavoce Goletta dei Laghi, Renata Zuffi, assessore comunale all’Ambiente, Stefano Simonetti, delegato provinciale all’Ambiente, Laura Todde, presidente del circolo Legambiente Lecco, Costanza Panella presidente Legambiente Lario Orientale.
“Sulla sponda orientale del Lario passano l’esame la foce del torrente Inganna a Colico, dell’Esino a Perledo e del Meria a Mandello del Lario, come non era avvenuto la maggior parte dagli anni precedenti – dichiarano Costanza Panella e Laura Todde – La condizione favorevole del lago, più alto dopo le piogge, non è stata sufficiente per promuovere la foce del torrente sulla spiaggia di Oro, ancora una volta inquinata e sulla quale erano stati sospesi i prelievi dopo che nel 2017 era risultata entro i limiti. Ci auguriamo che i controlli e gli investimenti da parte dell’Ufficio d’Ambito e del gestore si estendano presto alle aree periferiche, e soprattutto che ci sia una svolta significativa sul fiume Caldone che attraversa Lecco e che, per l’ottava volta è risultato fortemente inquinato”.
È bene ricordare che il monitoraggio di Legambiente non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei nostri laghi, prendendo prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo lungo le sponde dei nostri laghi, rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano nei bacini lacustri. Il monitoraggio delle acque nel Lario è stato eseguito tra il 28 e il 29 giugno.
I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo.
LEGENDA
Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi si esprimono sulla base dello schema seguente:
INQUINATO: Enterococchi Intestinali maggiore di 500 UFC/100ml e/o Escherichia Coli maggiore di 1000 UFC/100ml.
FORTEMENTE INQUINATO: Enterococchi Intestinali maggiore di 1000 UFC/100ml e/o Escherichia Coli maggiore di 2000 UFC/100ml.