VARENNA – Dal 1° luglio al 27 agosto nella Casa Museo di Villa Monastero a Varenna la Provincia di Lecco propone la mostra Donne di fiori – Gerardo Bianchi (Monza 1845-1922), pittore fotografo, curata dal conservatore Anna Ranzi.
“Il tema scelto per questa iniziativa – sottolineano la presidente della Provincia di Lecco Alessandra Hofmann e la consigliera provinciale delegata a Cultura e Beni culturali, Turismo, Villa Monastero Fiorenza Albani – riconduce al progetto di valorizzazione rivolto al giardino botanico, sostenuto grazie al finanziamento relativo al Piano nazionale di ripresa e resilienza, che si concluderà nel 2024, e mette in luce le numerose specie botaniche presenti, che verranno ulteriormente implementate grazie a questo consistente intervento, per offrire ai visitatori della storica dimora lariana un luogo più piacevole, accogliente e di grande suggestione”.
Viene proposto un numero cospicuo di dipinti di vario formato (alcuni di ampie dimensioni, altri di piccolo formato, quasi miniature), che illustrano composizioni e motivi floreali di cui l’autore appare un vero specialista.
A queste si affiancano scene di vita ambientate nei dintorni di Monza e nella Brianza, come pure un interessante Ritratto della figlia Adele, ultimogenita nata dalla seconda moglie Ernesta Fumagalli, tanto amata e spesso raffigurata anche in immagini fotografiche, che documenta la sua abilità come ritrattista.
Insieme alla trentina di quadri presenti è esposta una serie importante di più di sessanta fotografie realizzate dallo studio di Gerardo Bianchi tra la fine dell’Ottocento e i primi vent’anni del Novecento, che danno prova delle capacità di questo artista, assai note tra i contemporanei e apprezzate dalla critica per la loro espressività e per l’innovazione tecnica.
Esse illustrano persone del mondo contemporaneo al pittore e, seppur in parte minore, luoghi e attività lavorative, quali l’interessante serie dell’attività produttiva della bachicoltura risalente al 1872 che si svolgeva a Rancate Brianza nella zona di Triuggio, come pure vedute degli edifici storici di Monza e dei luoghi in cui si ritrovavano gli abitanti della cittadina.
L’aspetto che più colpisce dell’attività pittorica di Bianchi è il taglio fotografico rivelato nella maggior parte dei dipinti, che rende immediate e spontanee le scene tramite una resa veloce, a tratti quasi impressionistica, a volte di gusto tardo scapigliato, che diviene più descrittiva e minuziosa nei ritratti e nella miniatura e indica chiaramente la consuetudine dell’autore con la fotografia.
Gerardo era l’ultimogenito di Giosuè Bianchi (1806-1875), fratello del più noto Mosè (1840-1904), faceva parte di una famiglia di artisti famosa in ambito milanese e lombardo, di cui facevano parte Pompeo Mariani (1857-1927), artista assai conosciuto anche al di fuori dell’ambito strettamente lombardo, Paolo Borsa (1827-1912) e suo figlio Emilio (1866-1945).
Opere di Gerardo compaiono raramente nei cataloghi delle varie esposizioni artistiche coeve: solo quattro dipinti, due dei quali ambientati a Magreglio nei pressi del lago di Como, vengono presentati nel 1916 e nel 1922 all’Esposizione di Belle Arti di Brera, insieme ad altri due quadri proposti nel 1915.
A soli diciassette anni e dopo aver compiuto gli studi, viene nominato maestro alla Scuola comunale di disegno applicato di Monza, sorta nel 1862. Qualche anno dopo ne diviene Consigliere (ruolo mantenuto almeno fino al 1912), ma ben presto si ritira dall’insegnamento e si dedica con passione e successo all’attività di fotografo, di cui è nota la produzione dal 1864, che venne più volte premiata e ottenne riconoscimenti pubblici, che alterna a quella di pittore dilettante.
Nello stesso periodo, accanto a questa mostra, la Provincia di Lecco presenta l’esposizione Un territorio, un mondo, curata da Antonella Cassinelli e Adolfo Lo Stracco, che, attraverso una piccola serie costituita da quattordici diapositive appartenenti al fondo fotografico didattico di primo Novecento conservato presso il Servizio Istruzione e Formazione professionale della Provincia di Lecco, illustra una selezione del ricco e consistente patrimonio fotografico di immagini dedicate al territorio.
È in corso l’attività di catalogazione dell’interessante patrimonio del primo ‘900, che svela aspetti che rimandano all’archeologia e all’antropologia culturale. Le aree tematiche individuate per questa esposizione sono il territorio lariano, il ciclo serico e l’arte universale.
Entrambe le iniziative si inseriscono nel calendario delle proposte promosse nell’ambito dell’evento Tra monti e acque… il nostro territorio racconta, quindicesima edizione, programmato dalla Provincia di Lecco in collaborazione con il Sistema Museale della provincia di Lecco e dedicato quest’anno al tema della fotografia.