MILANO – “Le persone che tutte le mattine salgono su un treno a Cremona per raggiungere Milano più o meno sanno quando partono, ma spesso non sanno quando arrivano. Quasi sempre c’è un ritardo. A volte gli altoparlanti annunciano un guasto sulla linea ferroviaria, più spesso i motivi sono sconosciuti. Capita di frequente che il treno venga cancellato a pochi minuti dalla partenza o che si fermi in mezzo ai campi coltivati per diversi minuti, senza che vengano date spiegazioni. Quando non ci sono abbastanza carrozze si viaggia stretti, in piedi accanto alle porte o sulle scale. La linea tra Cremona e Milano è tra le peggiori, ma le altre non sono messe meglio: ogni giorno anche i pendolari che partono da Brescia, da Bergamo, da Lecco e dalla zona occidentale della Lombardia devono fare i conti con imprevisti e ritardi”.
Comincia così l’articolo del Post dedicato ai continui disagi dei treni in Lombardia, descrivendo una situazione “standard” che, in linea teorica, “standard” non dovrebbe essere.
Ritardi, cancellazioni, sporcizia, guasti: sui binari lombardi se ne vedono delle belle e, con un’attenta e approfondita disamina, il quotidiano milanese ha cercato di spiegare i motivi organizzativi e politici alla base di una piramide non così stabile.
“Nonostante i continui disagi, la Regione affiderà il servizio ferroviario regionale a Trenord fino al 2033 in modo diretto, senza gara e quindi senza concorrenza”. Una situazione diversa sa qualsiasi altra regione italiana “dove le istituzioni regionali affidano la gestione del trasporto ferroviario ad aziende esterne come Trenitalia, sovvenzionate per assicurare i collegamenti in tutto il territorio, anche dove non sarebbe conveniente far viaggiare un treno. In Lombardia funziona allo stesso modo, con una differenza sostanziale: la Regione ha fondato Trenord e influisce sulle nomine di chi la amministra. È proprietaria dell’azienda e allo stesso tempo cliente del servizio che offre quell’azienda, è controllore e controllato, una delle tante anomalie – forse la più significativa – che spiega come mai Trenord non riesce a rimediare a oltre un decennio di guai” continua l’autore…
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