Ho visto il corteo, colorato e chiassoso, del Summer Pride di Rimini, che non voglio commentare per evitare polemiche. In particolare un cartello, non molto grande a dire il vero, agitato a ritmo da un’angelica ragazza mi ha colpito; c’era scritto “tette libere”.
Ma libere da chi o da che cosa? Dai reggiseni? Quindi libere e al vento? Ma i reggiseni non erano già stati bruciati in pubblici roghi? E non avevano già preso il volo, lanciati dalle fan al concerto di Vasco?
O libere dalla dolce schiavitù dell’allattamento? In questo caso si stabilirebbe quindi che tutti i bambini dovranno prendere il latte artificiale, con grande vantaggio per le industrie multinazionali che li producono.
O libere del loro potere erotico-seduttivo legato alle forme rotonde e alla loro bellezza? Così mandiamo in pensione tutti gli interventi di chirurgia estetica e in crisi le ditte produttrici di protesi.
Io, da senologo, mi auguro invece che in futuro le tette possano essere libere dal cancro, in modo da mandare in pensione tutte le campagne di screening, svuotare le sale operatorie, e liberare le donne da molte ansie, angosce e paure.
Potrebbe nascere il problema di cosa fare di tutti i nastri rosa del mese di ottobre; penso che il problema possa essere facilmente risolvibile se si riuscisse a riciclarli alle cicogne, che li utilizzerebbero solo nel caso di nascite di femmine, cioè con genotipo XX.
Giorgio M. Baratelli
Chirurgo senologo
Direttore Unità di Senologia Ospedale di Gravedona (CO)
Membro Comitato Scientifico Accademia di Senologia “Umberto Veronesi”
Presidente LILT di Como