VARENNA – Domenica mattina la celebrazione della memoria dei sei partigiani di Lecco e del lago trucidati alla località Montagnetta di Fiumelatte l’8 gennaio 1945 dalle brigate nere è stata una celebrazione viva, un rito vissuto comunitariamente dalle numerose persone e autorità civili che vi hanno partecipato.
“La memoria non è un monumento di bronzo, una lapide di marmo – queste le parole del sindaco di Varenna, Mauro Manzoni (a destra, Foto Brembilla) – ma vive nel rito comunitario di un popolo che in essa si riconosce. Una memoria – ha continuato il primo cittadino – che è innanzitutto conoscenza del passato, necessaria per trarre insegnamento e capire l’oggi; una memoria che è testimonianza, cura, costanza e dedizione, che vanno di pari passo con la capacità della sua trasmissione alle nuove generazioni, per perpetuare i valori della Resistenza, successivamente messi per iscritto nella nostra Carta Costituzionale. L’impegno di oggi per ognuno di noi è consegnare ai giovani d’oggi la testimonianza di questa lotta dell’umano contro il disumano, di questi eventi atroci e spaventosi vissuti da altri, che siano sempre vivi nel risvegliare le coscienze di ciascuno contro l’insensatezza della guerra”.
Parole sulla memoria e sulla testimonianza viva, impegnata e attuale della Resistenza condivise anche dai sindaci Antonio Rusconi di Bellano, Riccardo Fasoli di Mandello del Lario e dal rappresentante del Comune di Lecco, consigliere Alberto Anghileri.