LECCO – “Aver perso una battaglia non significa aver perso la guerra, che è stata vinta da tutti noi ex volontari del canile di Lecco il giorno in cui è stato definitivamente chiuso. Ricordiamo che l’ex canile era dapprima un macello in cui venivano uccisi quotidianamente animali ed immediatamente dopo è diventato addirittura un luogo di detenzione per cani”. Ha commentato così Susanna Chiesa, Presidente dell’associazione animalista Freccia 45, condannata lunedì dal Tribunale di Lecco in primo grado a pagare 3 mila euro più spese legali per diffamazione nei confronti dell’ex gestore Michela Vittoria Brambilla relativamente ad un articolo apparso nell’anno 2010 sulla stampa lecchese.
“Non pensavo di essere così celebre ed importante – ha continuato Susanna Chiesa -. Non solo l’Onorevole mi ha messo sulla sua home page, ma tutti i messaggi ricevuti di grande solidarietà hanno contribuito a rafforzare la mia idea su un animalismo che in realtà non è altro che mera politica con cui la nostra associazione non ha nulla a che spartire”.
“Siamo soddisfatti del fatto che il canile di Lecco sia diventato un caso nazionale e la chiusura da parte dell’Amministrazione Comunale è la riprova che vi fossero dei gravi problemi al suo interno ed é ignobile il fatto che Michela Brambilla abbia querelato un’associazione no profit posta a tutela degli animali – ha commentato Luca Difede, Vice Presidente di Freccia 45 -. Ora siamo pronti con un nuovo progetto di parco rifugio per cani che sottoporremo a breve al neo rieletto sindaco Virginio Brivio”.
La ASL di Lecco, costituitasi anch’essa in giudizio domandando un risarcimento per lesione all’immagine per 25 mila euro più spese, è stata esclusa dal Dott. Catalano a causa del deposito tardivo dell’atto di querela.