Vorrei fare una considerazione in merito all’articolo apparso il 21 scorso su Lario News riguardo lo stop ai treni e la preoccupazione dei Sindaci della sponda Orientale. Mi manca il Sindaco di Varenna ma non è la prima volta che il Comune, una volta la perla o diamante del Lario, venga offuscata dalla strafottenza.

Ma veniamo al problema. Tutti i Sindaci intervenuti Colico, Dervio, Bellano, Mandello e Perledo, hanno manifestato grande preoccupazione e forse molta fiducia affinché si possano ottenere dei risultati che mitighino i giganteschi disagi che, una chiusura del genere in piena estate andrà a creare. Credo che all’incontro previsto però, vadano con una proposta alternativa sempre considerando che, i lavori vanno fatti e si devono fare.

Il problema sono i tempi. Va bene salvaguardare il TPL, studenti e pendolari ma credo che anche loro, seppur salvaguardati si troveranno nel marasma del flusso turistico creando loro forse più problemi che vantaggi. Infatti consideriamo, dati alla mano, che la fascia oraria 9.30/13.30 è quella più gettonata dal flusso turistico, che vedrebbe ogni ora sbarcare a Lecco una media di 1.000/1.200 persone a treno. Quanti bus, battelli, navette o quant’altro servirebbero per smaltire in una città come Lecco un flusso del genere? Vi immaginate il serpentone che raggiunge l’imbarcadero  (se ci saranno battelli alternativi) o via Balicco dove presumibilmente sosteranno gli autobus sostitutivi?

Non contiamo poi il ritorno. Fascia oraria più gettonata 16.30/21.30 con lo stesso percorso a ritroso per raggiungere, finalmente la stazione e prendere il treno per Milano. Una media di 5/6mila persone al giorno in andata ed altrettante in ritorno.

Immaginiamoci il serpentone di autobus sulla martoriata SP 72 o anche sulla fragile SS36. Amplificato ciò dal normale traffico commerciale senza contare i turisti che raggiungono le nostre località con la propria auto e non sono solo stranieri ma è un traffico che chi conosce la zona causa ingorghi ogni fine settimana dalla Valassina.

Lo spostamento in un periodo meno “gettonato” anche dai turisti italiani, potrebbe forse meglio garantire il TPL essendo un flusso tutto sommato “noto” nei numeri. Gli studenti e i pendolari per la stragrande maggioranza stacca un abbonamento per cui anche se a grandi linee, si avrebbe più sotto controllo la situazione; il traffico sicuramente ne risentirebbe meno ed anche i rischi legati alla fragilità delle strade, più accettabili in ordine di tempi e soluzioni, sperando sempre che tutto fili liscio.

Forse sarebbe stato meglio non arrivare lunghi in questa situazione. Sicuramente se la chiusura sarà mantenuta tra giugno e settembre, il risvolto negativo su tutto il territorio, Valtellina e Centro Lago compresi sarà particolarmente pesante. Un territorio che anno dopo anno da parte delle amministrazioni comunali, esclusa Varenna, c’è stata una sensibilità ed investimento nel settore. Dove tutti gli operatori hanno investito risorse per ottimizzare le presenze e la qualità dell’offerta turistica, ora, viene cancellato tutto con un colpo di spugna.

Forse sarebbe il caso che tutti, ma proprio tutti, restando così le cose si chieda lo stato di calamità su tutto il territorio, del Lago della Valsassina a della Valtellina.

Carlo Molteni

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