In difesa dell’operato del comune di Lierna, sono costretta ad intervenire per ricostruire la verità dei fatti rispetto ad una vicenda che per i contenuti sta diventando un’evidente campagna diffamatoria non riconducibile alla critica politica.

Non appena sollevato via stampa la questione mi sono interfacciata con le aziende coinvolte dall’iniziativa del Consigliere regionale del Pd Fragomeli e, anche a seguito di specifiche tecniche date dalla sottoscritta agli interessati in prima persona, le aziende Odl di Pensa e Mdg di Gaddi, dove risultano lavorare più di 100 dipendenti, hanno inviato formale lettera, al consigliere Gianmario Fragomeli dove comunicavano la volontà di dissociarsi dall’iniziativa.

In consiglio comunale, ente deputato al controllo delle azioni della giunta, con il supporto del progettista ho risposto ad un’interrogazione sul tema e ho specificato che il limite di altezza dell’attuale sottopasso è di m 4.00 ormai da 40 anni e come ho verificato in prima persona, a fine lavori, la reale altezza è di m 4.04/ 4.05 un’altezza che rispetta il limite massimo di altezza per autoarticolati e cioè m 4.00, come stabilito dal Codice della Strada un vincolo ben riportato dal cartello stradale posizionato in Via Leopardi all’imbocco del sottopasso stesso.

Ora quindi mi chiedo come mai il Consigliere si spende così tanto per difendere chi evidentemente non rispetta le regole del codice della strada ignorando i divieti posti?

Perché si accanisce su situazioni che avvengono al di fuori della legge? Ha già perso il sostegno in questa iniziativa di player importanti del paese visto che è un’iniziativa che evidentemente sta mostrando tutti i propri limiti.

L’amministrazione sta lavorando e ha lavorato, con il supporto di Regione Lombardia, nell’interesse esclusivo dei Liernesi, non so se altri possono dire lo stesso visto che è evidente l’intento di attuare una politica strumentale e inutile per mero tornaconto politico.

Simonetta Costantini
Sindaco di Lierna

SUL TEMA LEGGI ANCHE:

Lierna. Caso tombotto, PD: “Imprese abbandonate dalle istituzioni”