COLICO/EDITORIALE – Nossignora: la sua affermazione “Il referendum popolare … non è giuridicamente applicabile” nel caso del distacco di Colico da Lecco è destituita di fondamento. Non lo sostiene il modesto direttore di Lario News, ma un costituzionalista da noi interpellato, uno che – per intenderci – è stato in predicato di entrare nella Consulta.
Prima però, un veloce recap per ricordare quanto dichiarato pochi giorni da dalla prima cittadina colichese a proposito delle velleità di un comitato politico/affaristico che intende spostare in Valtellina la cittadina dell’Alto Lario.
Monica Gilardi dichiara il 4 aprile:
“L’articolo 133 della Costituzione cita: “Il mutamento delle circoscrizioni provinciali e la istituzione di nuove Provincie nell’ambito d’una Regione sono stabiliti con leggi della Repubblica, su iniziativa dei Comuni, sentita la stessa Regione”. Quindi è esclusiva competenza del Consiglio Comunale proporre l’avvio del procedimento per un cambio di provincia.
Il referendum popolare, invocato da più parti e che appare come lo strumento più idoneo per affrontare la questione in campo, non è giuridicamente applicabile. Si tratta infatti di un istituto normato dall’art. 52 dello Statuto Comunale e previsto per le sole “materie di esclusiva competenza locale”.
Ecco allora il parere richiesto da Lario News e la “sentenza” dell’esperto in materia:
“L’iniziativa è una competenza comunale che la Costituzione riconosce al Comune direi in via esclusiva; che la natura esclusiva della competenza sull’iniziativa è confermata dalla giurisprudenza costituzionale (cfr. Sentenza 220/2013 punto 12 del considerato in diritto) peraltro in applicazione del principio di partecipazione delle popolazioni interessate”.
12.2.– Si deve ancora osservare che la modificazione delle singole circoscrizioni provinciali richiede, a norma dell’art. 133, primo comma, Cost., l’iniziativa dei Comuni interessati – che deve necessariamente precedere l’iniziativa legislativa in senso stretto – ed il parere, non vincolante, della Regione.
Sin dal dibattito in Assemblea costituente è emersa l’esigenza che l’iniziativa di modificare le circoscrizioni provinciali – con introduzione di nuovi enti, soppressione di quelli esistenti o semplice ridefinizione dei confini dei rispettivi territori – fosse il frutto di iniziative nascenti dalle popolazioni interessate, tramite i loro più immediati enti esponenziali, i Comuni, non il portato di decisioni politiche imposte dall’alto.
“L’iniziativa di modifica nasce da popolazioni interessate…ovvero dai comuni” … eccone quindi la loro “esclusiva competenza locale”.
E del resto, vari referenda di questo genere ci sono già stati.
Insomma, come premesso il referendum lo può lanciare, questo Comune gestito dalla Lega – il movimento autonomista per eccellenza che in questo caso pare a dir poco “timido”. E del resto, chi potrebbe mai contestare questa cosa all’amministrazione di Colico? Forse solo la Corte dei Conti – che in caso di consultazione potrebbe imputare al municipio l’utilizzo di soldi pubblici per qualcosa “non di competenza”.
Nel caso, la nostra modesta proposta è quella di interpellare preventivamente la magistratura contabile con un semplice quesito: “Posso farlo?”.
Coraggio, signora Gilardi!.
S. T.
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