ABBADIA LARIANA – “Ci sono volute le morti tragiche del Cocoricò, della Puglia, di Messina per alzare la guardia all’attrattiva dello sballo anche per i più giovani. Queste morti ci interrogano. E’ evidente che i nostri ragazzi hanno bisogno di modelli credibili e di fermezza di fronte ai loro disagi. Tutti, ma soprattutto la famiglia e la scuola, sono impegnate in prima persona. Occorre puntare sull’educazione, sul primato del dovere sul piacere. Occorre la presenza paziente e genuina degli adulti, degli educatori”.
Punta il dito contro la piaga della droga, sempre più diffusa tra giovani e giovanissimi, Don Vittorio Bianchi, parroco di San Lorenzo, che da sempre denuncia la pericolosità non solo delle droghe pesanti, ma anche di quelle leggere. “Se non si parte da qui, mai potremo parlare di divertimenti sani, di scelte faticose, di amicizie autentiche, di valori forse diversi da quelli di ieri ma altrettanto necessari. La felicità va ricercata in due luoghi: dentro e fuori di noi. Se nei primi anni di vita dei nostri figli l’avremo insegnata loro partendo da dentro, dall’adolescenza in poi dobbiamo insieme creare luoghi, relazioni, tempi perché la si possa incontrare anche nei fine settimana, nelle ferie, nei momenti personali che ognuno di noi deve ricavarsi per maturare”.
Poi cita il richiamo del Papa sulla festa: “L’ideologia del profitto vuole mangiarsi anche la festa, ridotta a un affare, un modo per far soldi e spenderli, ma è per questo che lavoriamo? L’ingordigia del consumare, che comporta lo spreco, è una sorta di brutto virus, alla fine siamo più stanchi di prima, nuoce al lavoro vero, consuma la vita, e i ritmi sregolati della festa fanno spesso vittime tra i giovani. La febbre del sabato sera, inghiottite da sballi di vario tipo e incidenti stradali, come ci raccontano le cronache anche di questi giorni. La festa è un’invenzione di Dio: ricordiamo la conclusione del racconto della creazione, nel Libro della Genesi. La famiglia è dotata di una competenza straordinaria per capire, indirizzare e sostenere l’autentico valore del tempo della festa. Ma che belle sono le feste in famiglia, sono bellissime! E in particolare della domenica. Non è certo un caso se le feste in cui c’è posto per tutta la famiglia sono quelle che riescono meglio! La stessa vita familiare, guardata con gli occhi della fede, ci appare migliore delle fatiche che ci costa. Ci appare come un capolavoro di semplicità, bello proprio perché non artificiale, non finto, ma capace di incorporare in sé tutti gli aspetti della vita vera. La festa è un prezioso regalo di Dio: non perdiamolo!”