LIERNA – Si è svolto ieri sera in Municipio il Consiglio comunale convocato dal sindaco Edoardo Zucchi, che prevedeva all’ordine del giorno una mozione della Lega Nord Lega Lombarda riguardante l’accoglienza degli immigrati.
“Nel testo della mozione si fa riferimento al sindaco come responsabile della salute e dell’ordine pubblico – è il commento del consigliere di minoranza della lista civica Vivere Lierna Alice Bianchi -. Non vogliamo credere che il sindaco ritenga più pericolosa per la salute l’eventuale presenza di qualche persona di diversa nazionalità, piuttosto che diversi edifici con tetto in amianto sparsi su tutto il territorio del paese: uno di questi, sito in prossimità di scuole e asilo, si trova ancora in pieno centro nonostante l’invito dell’ASL alla rimozione entro aprile 2015, con tutti i ben noti e concreti rischi per la cittadinanza. Non vogliamo credere che il sindaco ritenga più nociva la presenza di una famiglia di profughi e non si preoccupi degli scarichi fognari a lago, o della sicurezza dei cittadini periodicamente vittime di furti”.
“In merito alla questione immigrazione – prosegue – concordiamo sul fatto che si debba pensare a una politica di aiuto nei Paesi di provenienza dei profughi, proprio per evitare che milioni di persone siano costrette a lasciare il proprio Paese e i propri cari, rischiando la vita e lo sfruttamento. Teniamo però a precisare che, contrariamente a quanto riportato nella mozione, la maggior parte dei “migranti”, sulla base dei dati delle Nazioni Unite, sono definibili come rifugiati, in quanto scappano da guerre e conflitti. La maggioranza sono siriani, altri vengono dall’Afganistan, dall’Iraq, dalla Libia, dall’Eritrea, dalla Somalia. Una parte minore fugge da quella povertà così estrema che porta alla disperazione. Precisiamo inoltre che gran parte di questi profughi sono accolti da Paesi come la Turchia (1,8 milioni di rifugiati siriani), il Libano (oltre 1 milione) e anche l’instabile Iraq ne accoglie più di 200mila, come riportato da Al Jazeera. Numeri ampiamente superiori rispetto a quelli italiani (170.100 sbarchi nel 2014 ma solo 65mila richieste di asilo). Siamo anche d’accordo sul fatto che ci siano leggi che andrebbero riviste, tipo il regolamento di Dublino, sottoscritto dall’ex ministro Maroni, che impone al rifugiato di restare nel primo Paese in cui compila la domanda (motivo per cui la maggior parte dei profughi si rifiuta di lasciare impronte e di chiedere lo status di rifugiato in Italia, perché intende proseguire per il nord Europa, Svezia e Germania in particolare). Restiamo tuttavia perplessi quando si parla di blocco navale dei barconi e respingimento in mare, proprio a fronte del già tremendamente tragico bilancio di morti”.
“Al contrario, per contrastare il traffico di esseri umani, dovrebbero essere attivati corridoi umanitari, togliendo terreno fertile ai trafficanti – aggiunge -. Riteniamo irrinunciabile proseguire ed intensificare, anche con un maggior coinvolgimento dell UE, l’attività di soccorso verso le persone che rischiano la vita durante l’attraversamento del Mediterraneo. Condanniamo chi si vuole arricchire sulle spalle dei più disperati tanto quanto chi alimenta la paura per il diverso, costruita sul pregiudizio e che sfocia nell’odio per lo straniero, dipinto come attentatore al nostro benessere. Il tutto per raccattare qualche voto. Viviamo in una regione, in uno uno Stato, che si definisce cattolico. Ma si può essere cattolici e dire di no all’accoglienza? Non sta scritta, in uno dei testi chiave per i cattolici, la frase “Ero straniero e mi avete accolto”? Riteniamo che la questione su come prevenire il fenomeno immigrazione non riguardi direttamente il Consiglio comunale, che non ha la facoltà di intervenire nelle leggi governative né in quelle europee né tantomeno di intervenire nei Paesi di conflitto, se non con donazioni volontarie alle associazioni umanitarie che operano sul posto. L’unico punto di competenza citato, ovvero impegnare il sindaco a non concedere strutture comunali per l’ospitalità di immigrati, ci trova profondamente contrari. Primo perché è la Prefettura che individua le strutture e assegna i richiedenti asilo sul territorio in base alle esigenze. Secondo, perché riteniamo che Lierna non sia isolata dal resto della provincia, dalla Regione, dall’Italia, dall’Europa. E non ci sembra una soluzione quella di alzare barricate“.
“Il modo migliore per fronteggiare l’emergenza, creando un basso o nullo impatto sulla comunità locale, potrebbe essere il modello della accoglienza diffusa, già collaudato in diversi centri quali Trieste, alcuni comuni del Veneto e Brescia – chiosa-. Si tratta cioè di distribuire i rifugiati in piccoli gruppi in tutti i paesi della provincia, in modo che sia più facile per loro essere accolti, integrati e aiutati e per i residenti accettarli. Lo stesso Cardinale Scola ha proposto questo modello di accoglienza tramite la distribuzione in tutte le diocesi come migliore soluzione. In questo senso troviamo giusto che anche Lierna faccia la sua parte. Respingiamo quindi la Mozione della Lega Nord e concludo citando le parole del poeta John Donne, che nel 1624 scriveva Nessun uomo è un’isola, completo in sè stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto. Se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare, l’Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio, come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa; la morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità. E dunque non mandare mai a chiedere per chi suona la campana; essa suona per te“.