MANDELLO DEL LARIO – Entra nel vivo il programma di approfondimento tematico dedicato all’acqua. Acqua come risorsa indispensabile, ma non equamente accessibile, come confine e come frontiera, come terreno di avventura e di viaggio. Sabato 24 ottobre, gran finale del festival, con il concerto dell’Orchestra di via Padova presso il teatro Dé André. Il disco è un concept album ispirato al problema della nutrizione planetaria. Così il direttore artistico Massimo Latronico sulla copertina dell’album: “L’albero capovolto raccoglie il senso di questo nuovo lavoro, un albero da continuare a nutrire attraverso la sua linfa vitale l’acqua, elemento di vita, di cultura e di scambio, con la consapevolezza che ogni nostro gesto si riflette nel bene o nel male, su tutto l’ecosistema”. Undici inediti composti da autori diversi, ognuno dei quali vi porta la rispettiva cultura d’origine, la peculiare formazione musicale e, ovviamente, il proprio gusto.
Il concerto prende vita come un giro del mondo, attraverso le culture e i generi musicali, dal funky al blues, dalle ballate dell’Est Europa alle ritmiche latine, fino alla musica cantautoriale italiana. Il tutto sotto il comune denominatore del jazz, terreno di formazione di quasi tutti gli orchestrali. Se Aziz Riahi si esibisce in un canto tradizionale del muezzin, Asi es Chincha di Juan Carlos Vega (voce) e Alfredo Munoz e Yamil Castillo Otero (percussioni) propone ritmiche e melodie sud americane giocate su una sorta di mitologia personale. Poi l’atmosfera si addolcisce grazie al suono del balafon, strumento tipico africano, di Abdullay Traorè, mentre i violini sfociano in una Ninna Nanna che fa da preludio a Dugukolo, brano che esprime la voglia di ringraziare e rispettare la Madre Terra. Gianluigi Carlone, ospite graditissimo, si esibisce ne Il Banchetto degli Ingordi, nel quale mette in risalto l’ingordigia dei potenti in un esplicito riferimento all’Expo. Infine, l’omaggio a Fabrizio De Andrè e alla sua Volta la carta, che lascia dentro ogni spettatore un senso di nostalgia e appartenenza artistica.
Colori e suoni da tutto il mondo, diciannove musicisti da nove paesi diversi: questa è l’Orchestra di via Padova. Nata nel 2006 dall’incontro di musicisti professionisti con esperienze e sensibilità artistiche diverse, è diventata fin da subito laboratorio di confronto e sperimentazione: ogni componente infatti si è messo in gioco per creare un linguaggio comune basato sullo scambio la contaminazione. Il luogo fisico dell’incontro è stato davvero via Padova, la via più multietnica di Milano.