MANDELLO DEL LARIO – Non si tratta solo di una rievocazione del passato dove la vita ruotava attorno alla funzione del camino. Non è solo l’intimità al centro delchitettura cromatica delle opere e neppure solo la romantica nostalgia evocata dagli oggetti del Torchio esposti assieme alle opere. No, quella a Somana è stata l’inaugurazione di una Mostra straordinariamente attuale, contemporanea, dove il colore ad acquarello, protagonista indiscusso, è specchio di grande competenza tecnica ed esecutiva. Senza dubbio di grande effetto lo sposalil’arzio tra le opere e la location.

Gianna Berettini racconta e si racconta attraverso un linguaggio delicato e profondo, con un uso del colore diffuso, soffuso e passionale. Le opere della pittrice milanese toccata dalla reale magia dell’arte, che ha invaso tutta la sua famiglia per generazioni, sono “grandi”. Ma non solo nell’estensione dei cartoncini, che diventano veri e propri luoghi. La grandezza sta nel suo saper fondere interni, esterni, camini, stufe, nature morte e oggetti, corpi e animali, in un’unica logica compositiva che non crea dubbi, che allieta, che evoca memorie lontane. In fondo il suo è un atto di coraggio, forte di un’intensità narrativa che arriva proprio a tutti. Così come è stato un atto di coraggio prolungato nel tempo il suo vivere in una casa contadina, assieme a contadini, mentre col marito, anche lui pittore, elaborava la ricerca artistica, sempre davanti al camino, con qualche gatto intorno e nella mano il pennello da barba, colori e “tanta acqua”, come specifica Gianna nel suo intervento.

Ineguagliabile quel rosso che compare e sfuma tutto intorno trasformandosi in altre tinte, descrizione di un fuoco caldo, luminoso, utile. L’artista si sofferma a commentare che tutti gli oggetti esposti al Torchio hanno avuto una vita e continua sussurrando, guardandosi attorno, “Forse noi siamo stati fortunati a vivere una vita più vera”. Le si legge nello sguardo ancora una brillante curiosità, nonostante la fatica fisica nel muoversi afferma che è senza dubbio più emozionante viaggiare coi colori. Su di lei, che umilmente non dice, hanno scritto penne d’eccezione della critica d’arte italiana, come Philippe Daverio e la sua didattica è ancora oggi viva nel suo Atelier e nel suo laboratorio di acquarello all’Università della Terza Età di Milano.

È sempre lei a ringraziare la cordialità e l’accoglienza degli amici del Torchio di Somana che grazie anche all’archivio della Memoria Locale si occupano della vita culturale di un luogo che non ha pari ed è sempre ricco di proposte “gustose” per ogni senso. Presenti ovviamente l’Assessore alla Cultura di Mandello, Luca Picariello, l’artista Luisa Rotasperti e Maria Carizzoni. A concludere gli interventi la curatrice, prof.ssa Marzia Galbusera del Liceo Artistico Medardo Rosso di Lecco, mandellese, che ha ribadito la straordinarietà di una donna capace e autrice di un immaginario fuori dal comune, certamente legato a quelle strade della memoria che dovremmo tutti ripercorrere. Intanto fuori il presepe di corteccia veniva illuminato, segno di un Natale che sia per tutti fonte di creatività e riscoperta del vero.

Michele Casadio