MANDELLO DEL LARIO – Risuonano fino in città le note di un cantante di fama internazionale, grazie a uno dei suoi musicisti che, fin da quando era un ragazzino, vive a Mandello. Classe 1967 e originario di Bellano, Fulvio Arnoldi è balzato agli onori della cronaca per il suo talento e la sua tenacia, che lo hanno portato, nel corso della carriera musicale, ad accompagnare artisti del calibro di Francesco Renga e Dolcenera.
“La mia passione più importante, per non dire l’unica, è sempre stata la musica – racconta Arnoldi -. Ho cominciato a suonare il piano a sei anni. Mi è sempre piaciuto comporre canzoni. La prima la scrissi a dodici anni, la cantavo ai miei amici, in salotto, accompagnandomi con il mio organo elettronico. Da allora non ho mai smesso di scriverne, anche se il mio primo vero lavoro è stato lo speaker radiofonico, da Radio Leccocittà Continental a Radio Cristal Area”. Un bagaglio culturale, quello acquisito dietro il microfono, che lo ha portato a incontrare musicisti importanti. “La prima esperienza l’ho fatta con Gatto Panceri: avevo 18 anni e collaborare con un artista completo come lui fu impagabile.
Nello stesso periodo cominciavo il mio porta a porta presso i discografici per cercare di ottenere un contratto, mentre iniziavo anche a cimentarmi con la chitarra. Poi, per molti anni, ho campato facendo il cantante in diversi gruppi, suonando nei club, in particolare del Nord Italia. Parallelamente, continuavo la mia attività di cantautore”.
Fino alla sua band più importante, con la quale suona da quasi vent’anni, gli Statobrado. “Negli anni abbiamo vinto diversi concorsi e, nel frattempo, sono anche riuscito a pubblicare un album di inediti, “Fatto in Casa”, che ho prodotto in proprio, con l’aiuto di diversi amici musicisti”. Intanto, nel 2001, la telefonata. “E’ disposto a far cantare una sua canzone a qualcun altro? Mi chiesero. Non ebbi alcun dubbio a cedere, quando mi si rivelò il nome del cantante: si trattava di Francesco Renga. Francesco stava cercando i pezzi da inserire nel suo secondo album da solista. La prima volta ci incontrammo in un bar a Milano e lì nacquero un sodalizio e un’amicizia che durano ancora oggi“. Ma qual è il segreto che sta dietro a tanto successo? “Non ho mai desiderato fare altro: fare musica per me era una specie di buona malattia da cui ero inguaribilmente contagiato, qualcosa a cui mi dedicavo, a volte ossessivamente, tutti i giorni, spesso tutto il giorno, senza stancarmi mai. E ora ho una speranza: che l’ispirazione continui a farmi visita, anche da vecchio, magari saltuariamente, ma che non si dimentichi mai di me”.
Il prossimo impegno lavorativo sarà a maggio, all’Arena di Verona, con Renga, ospiti Fiorella Mannoia, Elisa e Alessandra Amoroso. “E’ un privilegio per me fare parte di questo gruppo. Devo ringraziare Francesco, il suo manager Raffaele e la sua personal assistant Sunshine. Inoltre ringrazio mia mamma, che tifa per me da quando mi ha partorito, e mio papà, buonanima, che si rifiutò di comprarmi la moto, ma mi prese gli strumenti musicali. E poi la mia famiglia , la mia compagna e i miei figli, senza i quali farei fatica a trovare un senso a qualsiasi cosa”.
Giuseppe Combi