SCHIGNANO (CO) – Divertente, emozionante, ma soprattutto coinvolgente, questa eterna sfida di classe tra “uomini semplici e ricchi”, ogni anno, rispettando le cadenze del rito romano, anima il Carnevale in questo angolo di Val d’Intelvi, tra verdi monti che paiono pronti a tuffarsi nel blu del Lago di Como.
Spettacolo nello spettacolo, il Carnevale di Schignano si tramanda di generazione in generazione, rispettando tradizioni che esaltano l’aspetto folcloristico e culturale di uno dei Carnevali maggiormente ricco di fascino, e proprio per questo spesso oggetto di studi e ricerche.
Dietro enigmatiche maschere scolpite a mano nel legno, i Brut catturano l’attenzione dei numerosissimi presenti con balzi, cadute e abiti che richiamano uno stile di vita umile, ricoperti da stracci, pelli di animali e pesantissimi campanacci. Seri, distinti e ricoperti di pizzi, merletti e ninnoli, i Mascarun (i Beii) rappresentano invece la classe benestante.
Altre figure (i Sapoeur, la Ciocia, la Sigurtà, il Carlisepp) animano poi i cortei, proiettando nel mondo contemporaneo uno spaccato di vita dei tempi che furono. Tutti si danno un gran da fare, ma nessuno può parlare, ad eccezione della Ciocia, moglie-serva del Mascarun.
Marco Bizzotto