MONTICELLO B. – “Nessuna opera d’arte erotica è una porcheria, quand’è artisticamente rilevante, diventa una porcheria solo tramite l’osservatore, se costui è un porco.”
Queste le parole del pittore Egon Schiele che hanno aperto “Tra follia e carnalità”, la mostra tributo dedicata all’espressionista austriaco e primo appuntamento della rassegna artistica Casate4Art. L’iniziativa, appoggiata dalla Pro Loco di Casatenovo e dal comune, si propone di divulgare ogni forma d’arte attraverso le opere di artisti del luogo.
“Questo primo evento è dedicato ad uno dei più grandi artisti del ‘900 Egon Schiele – ha spiegato Davide Pirovano, curatore della mostra – artista tanto controverso a suo tempo quanto trascurato oggi giorno nei programmi d’arte scolastici. L’obiettivo principale del progetto è stato quello di fornire ai ragazzi uno spazio dove esporre ed esibirsi liberamente”.
La mostra è stata pensata come evento in singola data, una giornata unica nel corso della quale è stato possibile apprezzare le installazioni, le opere e le fotografie esposte all’interno di uno spazio di Villa Greppi a Monticello ed assistere alle performance artistiche di danza, canto, musica e lettura in prosa programmate per il pomeriggio.
Alla mostra hanno contribuito infatti lo Studio Danza Arabesque di Carate Brianza e la Dance Gallery di Arcore, Cristian Forte con canto e chitarra e Susanna Mariani flauto traverso.
L’idea è stata quella di unire arti diverse attorno ad un unico punto in comune in modo che fossero i giovani artisti, attraverso le loro opere, a portare al pubblico il concetto che Schiele voleva esprimere.”
I lavori esposti hanno cercato di far avvicinare le persone ad un’arte spesso ostacolata dal pregiudizio comune, arrivando a cogliere l’introspezione psicologica e la comunicazione del disagio interiore che l’artista voleva trasmettere attraverso i suoi numerosi ritratti.
“Quante volte l’arte di Schiele è stata criticata? Quante volte è stata incompresa? Questa mostra ha voluto dimostrare al pubblico il grande abisso che c’è tra il nudo artistico e il nudo non artistico, quello che oramai invade la vita delle persone attraverso l’avvento dei media nel quotidiano. Si è voluto dimostrare quanta ricerca sta dietro alla rappresentazione di un corpo attraverso la poetica artistica.”
Tra gli artisti anche due mandellesi: Valentina Goretti e Francesca Sodano.
“E’ stata la prima volta in cui in cui mi sono messa in gioco con una performance artistica che richiedesse di esprimersi con il corpo – ha raccontato Francesca – solitamente scrivo, dunque la sfida è stata proprio quella di provare a essere espressiva non solo con le parole ma anche con il corpo.”
Valentina ha raccontato come è nata l’idea della sua installazione: “Ho provato ad immaginarmi che tipo di impatto sociale avrebbe avuto il percorso artistico di Schiele se fosse stato un artista contemporaneo. Nessuno, ho pensato, o forse troppo poco” dal momento che come racconta anche la didascalia della sua opera: “Non riusciamo più a guardare autenticamente un soggetto, a provare compassione, rabbia, pietà, disturbo.. riusciamo, ma troppo poco”.
“Ho scelto un’immagine documento della guerra in Siria che è stata decontestualizzata e rimpicciolita. La lente d’ingrandimento, posta ai piedi del quadro, aggiunge all’opera la dimensione del tempo portando lo spettatore a soffermarsi su di essa e creando così un legame”.
Una giornata di San Valentino trascorsa, forse, un po’ diversamente per coloro che non hanno voluto mancare all’unica data della mostra, ma indubbiamente ben spesa.
L’evento ha richiamato un’ottima affluenza di pubblico puntando su opere nate dalla creatività di giovani artisti emergenti e arrivando ad offrire un’esposizione in grado di rendere giustizia alla “folle carnalità” del pittore austriaco senza perdersi nella volgarità in cui al giorno d’oggi, troppo facilmente, scade il nudo.
P.S.