TACENO – L’onore di partecipare al “briefing” della spedizione voluta da Flavio Spazzadeschi in programma tra maggio e giugno è grande, ma ancor più affascinante la possibilità di confrontarsi con uomini di montagna che preparano un’impresa colma di significati. Non solo tecnici, sportivi e appunto “montani”, ma anche umani, economici,
Il tavolo apparecchiato al ‘Bellano’ di Taceno mette insieme cinque dei sei membri della Valsassina Expedition 2016 (manca solo il più “lontano”, il 66enne Piero Enzo Scian, che sta in Liguria). Per il resto eccoli lì tutti, dal capo spedizione con ampia esperienza himalayana e non solo al fido Mario Bertoldini, premanese classe 1951 anch’egli “rodato” quanto basta. A completare il nucleo degli anziani terribili Guido Barindelli da Esino Lario, anch’egli del ’51. Medico fisioterapista con tante cime in Italia e Sud America all’attivo.
Ma la spedizione di Spazzadeschi è atipica anche per il “mix” tra over 60 e under 30 (o quasi). Perché alla conquista di Kamet(7787 metri) e Abigamin (a quota 7385) partiranno anche il chiavennasco Matteo Balatti – classe 1985 – e il giovanissimo di Piuro Filippo Lisignoli, che di anni ne ha appena 25.
Si tratta del tentativo di prima salita italiana nell’Himalaya Indiano alle due vette oltre quota settemila; ma se tutto andrà bene dal 3 maggio in avanti, la Valsassina Expedition punterà anche ad un traguardo storico: il cosiddetto “concatenamento“ ovvero la salita al Kamet e, senza soluzione di continuità, la successiva discesa al campo base posizionato tra le due montagne e la conquista anche dell’Abigamin.
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