LECCO – Fiom Cgil e Fim Cisl si costituiranno parte civile nel processo riguardante le vessazioni subite dai lavoratori da parte di Maria Cristina Gilardoni e Roberto Redaelli, rispettivamente titolare e responsabile del personale alla Gilardoni raggi X. Il 24 maggio prossimo, quando la vicenda dell’azienda mandellese sbarcherà in tribunale per l’udienza preliminare, le due federazioni sindacali saranno in aula insieme ai lavoratori.
“Abbiamo deciso di unire le forze e le competenze per offrire un miglior servizio ai lavoratori dal punto di vista dell’assistenza legale – affermano Fabio Anghileri (Fiom) ed Emilio Castelli (Fim) –. Abbiamo quindi creato un pool formato da Stefano Pellizzari e Maria Grazia Corti, Alessandra Colombo, Paolo Baio e Anna Riva. Avranno inoltre l’aiuto degli uffici vertenze. Crediamo sia doveroso il fatto di doversi costituire parte civile, proprio per tutto il male fatto loro. Ogni lavoratore rientra in un capo di accusa e ha danni più o meno importanti. Inoltre ci era negata una normale azione sindacale, anche per questo abbiamo deciso di agire”.
Sono 54 i dipendenti coinvolti nel procedimento come parte lesa (e circa la metà sono tuttora in azienda), per ora una ventina di hanno deciso di affidarsi al pool. “A noi interessa che i lavoratori siano tutelati e che vengano alla luce le responsabilità di queste persone”. La vicenda si trascina da anni. “Fortunatamente, per una serie di circostanze, è emersa tutta la storia, ma da anni andiamo avanti con cause di lavoro – sottolinea Anghileri –. A Lecco le perdevamo, ma a Milano vincevamo”.
Renato Molteni, rsu Fiom, racconta un aneddoto. “Sette anni fa organizzammo uno sciopero fino a mezzogiorno, ma il nostro orario di lavoro al mattino arriva fino alle 12.15. Ci avevano già annunciato che non ci avrebbero pagato il quarto d’ora, quindi rientrammo alle 11.55 per non dare loro motivi di protestare. Il quarto d’ora comunque non lo pagarono. Per una questione civica andammo in tribunale, ma a Lecco perdemmo. Abbiamo quindi proceduto in Appello e abbiamo conciliato. Alla fine a me sono arrivati 2,90 euro proprio pochi giorni fa, non ci ho guadagnato nulla, ma è stata una battaglia per i nostri diritti calpestati”.
Dal 2008 Redaelli è diventato direttore del personale. “Chi c’era prima al suo posto riusciva a gettare acqua sul fuoco e a moderare la titolare – prosegue –. Con Redaelli invece è arrivata la benzina sul fuoco. Probabilmente voleva fare carriera a tutti i costi e faceva ciò che diceva Gilardoni. Oggi sono state rielette le rappresentanze sindacali e l’azienda è tornata normale”. Sergio Carugno, altro rsu Fiom, ricorda che “negli ultimi anni non potevo nemmeno prendere le ferie insieme a mia moglie, anche lei dipendente dell’azienda”.
Intanto a giugno scadrà il commissariamento di Marco Taccani. “Aveva il compito di riassestare il Cda e rimettere in carreggiata l’azienda. A quel punto il Tribunale deciderà”.