PERLEDO – Dopo la segnalazione di un cittadino del 14 aprile sulle opacità legate all’abbattimento del cedro secolare che si trova nel piazzale della stazione ferroviaria di Varenna-Perledo-Esino (qui l’articolo), qualcosa si è mosso. Costanza Panella, presidente di Legambiente Lario orientale, contattata proprio dal cittadino stesso, ha mantenuto la promessa – fatta in occasione della segnalazione – di avanzare richiesta formale al Comune di Perledo per ottenere informazioni sulla vicenda e “per chiedere se è stata fatta una seria perizia”.
Non solo, Legambiente si è anche fatta aiutare, nella valutazione tecnica della situazione, da un agronomo (la relazione completa: A difesa del cedro di Perledo) che avrebbe rilevato “una generale approssimazione e superficialità”, nella relazione tecnica firmata dal consulente tecnico forestale della Comunità Montana.
La lettera aperta di Panella è indirizzata al sindaco di Perledo e per conoscenza al comandante del gruppo Carabinieri Forestale di Lecco.
Un cittadino di Varenna ha segnalato alla nostra attenzione “il prossimo abbattimento del maestoso Cedro del Libano della stazione di Varenna-Esino-Perledo, un albero di circa 20 metri che da un secolo almeno è uno dei simboli di quel luogo”. Tale abbattimento rientrerebbe nel progetto di riqualificazione turistica del piazzale della stazione approvato dall’Amministrazione di Perledo con Delibera di Giunta n.25 del 31 Marzo 2017.
Sorge spontanea una domanda: come si può chiamare riqualificazione un’operazione che elimina una delle presenze, insieme al cipresso, più significative di quel luogo?
“Si tratta di un fusto di 98 cm di diametro (308 di circonferenza) che, considerati gli alberi esistenti in zona, dovrebbe essere considerato di grande diametro, sebbene non di misura eccezionale e sarebbe interessante sapere di quanti altri alberi di dimensioni analoghe è proprietario il Comune di Perledo per potersene privare con così evidente superficialità”. Queste sono parole dell’agronomo dott. Giorgio Buizza che ci ha inviato alcune utili osservazioni alla relazione tecnica, firmata dal consulente tecnico forestale della Comunità Montana, in cui egli rileva una generale approssimazione e superficialità.
Pur confidando nella competenza e nell’onestà di chi ha predisposto la relazione tecnica, dal momento che è evidente anche al profano che si sacrifica un albero centenario a cui si è abituati e che svolge importanti funzioni che una nuova pianta potrà svolgere in egual misura fra diversi anni, vogliamo offrire all’Amministrazione comunale questo contributo di cui riportiamo qui solo i passi salienti.
“La sconnessione della pavimentazione è piuttosto sintomo di vigoria dell’albero; una scelta ambientalmente adeguata dovrebbe prevedere la sistemazione razionale della pavimentazione piuttosto che il taglio dell’albero che di per sé non elimina la sconnessione dei cubetti.
Tutto dipende da ciò che intende fare l’Ente responsabile e proprietario dell’albero: può aiutarlo a vegetare con i dovuti accorgimenti o può decretarne la (falsa) pericolosità e instabilità per decretarne la morte.Sostanzialmente la sconnessione di qualche metro quadrato di porfido a cui si potrebbe (e di dovrà comunque) porre rimedio, non giustifica l’eliminazione di un albero di grande valore botanico e paesaggistico, sano, vigoroso e stabile.”
Detto ciò per quel che attiene alla pavimentazione, l’agronomo prende in considerazione il (falso) problema del muro: constatato che il muro di cemento armato che delimita il piazzale non presenta lesioni, spanciamenti o altro che possa far pensare a instabilità, sarebbe il muro privato della proprietà confinante che è bisognoso di consolidamento indipendentemente dalla presenza dell’albero.
E così possiamo insieme concludere: varrebbe la pena di porsi il problema di come consolidare quel tratto di muro e come rifare la pavimentazione conservando il cedro, la cui eliminazione ha un costo non indifferente sia in termini economici, sia in termini di sottrazione di un grande albero al patrimonio pubblico, sia in termini di sottrazione del paesaggio.
Personalmente posso aggiungere che quando ai primi di giugno arriverà dalla Svizzera a Perledo, per un breve soggiorno, un nostro amico che di professione cura gli alberi, potrebbe rimanere sconcertato di fronte all’abbattimento di quell’albero sano, lui che ha curato con ottimi risultati, l’unico vecchio grande albero di una pittoresca piazzetta nel centro storico di Coira, e riportare così in patria una cattiva impressione sull’operato delle amministrazioni pubbliche sul Lario. Mi auguro che questo nostro contributo sia utile agli amministratori, salvando la vita al cedro e porgo distinti saluti.
Costanza Panella