LECCO – Alle 02.00 in punto di domenica 29 marzo, l’orologio deve essere portato in avanti di 60 minuti e poi, fino alla notte tra il 24 ed il 25 ottobre, saremo in piena ora legale.
Il risparmio totale dei consumi elettrici è stato calcolato in oltre 555 milioni di kilowattora (grossomodo il fabbisogno medio annuo di 200mila famiglie italiane). Ma non mancano i disagi: secondo l’Università La Sapienza di Roma l’ora legale procurerà conseguenze dannose di tipo emotivo e psichico, dall’affaticamento all’irritabilità, ai mal di testa e naturalmente insonnia – fenomeno che colpisce ben nove milioni di persone. Per evitarla almeno in parte il suggerimento è di mantenere invariata l’ora di sveglia al mattino per non perdere la regolarità del ritmo veglia-sonno. E poi ancora: acqua e limone appena svegliati, mandorle contro la spossatezza e infine pasta, riso, orzo e pane sempre contro l’insonnia (consigli questi ultimi della Coldiretti Lombardia.
L’origine dell’ora legale
Già nel 1784 l’inventore del parafulmine Benjamin Franklin pubblicò un’idea sul quotidiano francese Journal de Paris. Le riflessioni di Franklin si basavano sul principio di risparmiare energia ma non trovarono seguito. Oltre un secolo dopo, nel 1907, l’idea venne ripresa dal costruttore inglese William Willet, e questa volta trovò terreno fertile nel quadro delle esigenze economiche provocate dalla Prima guerra mondiale: nel 1916 la Camera dei Comuni di Londra diede il via libera al British Summer Time, che implicava lo spostamento delle lancette un’ora in avanti durante l’estate. Molti paesi imitarono la Gran Bretagna in quanto in tempo di guerra il risparmio energetico era una priorità.
In Italia l’ora legale è stata adottata per la prima volta nel 1916, tramite il decreto legislativo n°631 del 25 maggio, e rimase in uso fino al 1920. Da allora fu abolita e ripristinata diverse volte tra il 1940 e il 1948 a causa della Seconda guerra mondiale. Tuttavia, con una legge del 1965, dal 21 maggio 1966, in periodo di crisi energetica, è stata utilizzata con continuità pur con modalità varianti negli anni: dal 1966 al 1980 venne stabilito che l’ora legale dovesse rimanere in vigore dalla fine di maggio alla fine di settembre; dal 1981 al 1995 si stabilì invece di estenderla dall’ultima domenica di marzo all’ultima di settembre. Il regime definitivo è entrato in vigore nel 1996, quando a livello europeo si stabilì di prolungarne ulteriormente la durata dall’ultima domenica di marzo all’ultima di ottobre.
(scheda tratta da www.koimano.com)