DERVIO – Applausi in copertina per una storia a lieto fine come se ne leggono poche (purtroppo). Una piccola storia di umanità, malgrado qualche nota stonata a margine – con l’odio che si manifesta via facebook, fortunatamente ignorato e sconfitto nei fatti.
È la vicenda di Leandro, che sta commuovendo l’Alto Lario e non solo e che lasciamo raccontare direttamente a chi ne è stato partecipe e prima di tutto artefice: l’Unione Sportiva Derviese, società alla quale (se esistesse) andrebbe appunto il Premio Nobel per l’Umanità.
Era una gelida sera di gennaio, quando, al termine degli allenamenti, dopo aver pulito e riordinato gli spogliatoi, abbiamo chiesto a Leandro: dove vai adesso? La risposta, semplice nella sua drammaticità, ci ha spiazzato: vado a dormire in macchina, come tutte le sere.
Puoi dormire qui, almeno sei al caldo, gli abbiamo risposto.
E’ passato quasi un anno nel quale Leandro ha fatto di tutto per dimostrarci la sua gratitudine. Ora finalmente ha un lavoro, una casa e non sarà più costretto a dormire negli spogliatoi. Siamo andati lunghi rispetto a quanto promesso al Sindaco e ce ne scusiamo con tutti. Ringraziamo le istituzioni, Sindaco Vassena in primis, per la comprensione e l’appoggio fornitoci ed auguriamo a Leandro ogni bene.
Poco da aggiungere, molto da condividere in quest’epoca di buon cuore messo sotto il tappeto, di atteggiamenti sprezzanti e davvero inumani da parte di chi magari si professa buon cristiano ma è pronto a negare un giaciglio a chi ne ha bisogno, in quanto “non derviese“.
Chissà cosa ne avrebbe detto Gesù.