MANDELLO DEL LARIO – Ha difeso a spada tratta prima le campane della sua frazione Olcio, e poi il cimitero, preso di mira da qualche manolesta. Così, dopo la sua apparizione sui giornali, in molti lo hanno fermato per strada, soprattutto dopo le celebrazioni in cui presta servizio come organista nella parrocchia del Sacro Cuore.
“Mi raccontavano che il fenomeno non è circoscritto ad Olcio ma, purtroppo, è diffuso in tutti i paesi – è il commento del Maestro Massimo Gilardoni -. Ho così pensato di scrivere una simpatica poesia, con riferimento all’opera Gazza ladra di Rossini, che ebbi la fortuna di vedere in scena l’anno scorso, sperando che serva da deterrente: E’ adattabile ai paesi del nostro lago, basta inserire il nome della località interessata all’inizio ed è fatta. Chi la volesse, non deve far altro che chiederla”.
Eccola in anteprima:
Olcio è un piccolo paesello
Il bel lago prospiciénte.
Tutto tace, tutto è bello,
par non capiti mai niente.
Ma a turbar cotanta pace
corre voce d’un mistero:
un volatile (rapace?)
or s’aggira al cimitero!
Sarà un falco, una civetta
o vivace capinera?
Una rondine soletta
che vuol fare primavera?
Nossignori! E’ quell’ uccello
con il vizio di rubare
che Rossini ebbe a modello
operetta a musicare.
Gazza ladra! Si capisce…
ma di quelle un po’ speciali,
non ha piume nere e lisce,
non ha becco, non ha ali.
Ha due mani, con le quali
ruba i fiori ai cari estinti,
siano freschi o artificiali,
siano bianchi o variopinti.
Disonora con viltà
la memoria dei defunti,
è un’offesa alla pietà
dei supersiti congiunti.
Non lo sai, oh dispettosa
che t’ostini a malvolere,
che tu pure alla “certosa”
un bel dì dovrai giacere?
Ti ravvedi! E più leggiadra
torna ancor tra i muti avelli.
Non più gazza, non più ladra,
ma conforto ai tuoi fratelli.
Quel che piangono dolenti
i loro cari trapassati,
quei che attendono pazienti
la chiamata tra i beati.
Già la vita è una sventura,
la fortuna spesso tace…
Sia almen che in sepoltura
possan stare in santa pace.
Cristina Denti