BELLANO – Ormai è un dato di fatto: l’impoverimento del Consiglio comunale e di conseguenza dei consiglieri eletti dai cittadini, a seguito del passaggio delle funzioni fondamentali nell’Unione di Bellano e Vendrogno, è allarmante se non addirittura al limite dell’assurdo.
Già a suo tempo rimarcai il fatto che l’unione dei Comuni non era buona cosa: infatti alcuni consiglieri vengono estromessi dalle discussioni e votazioni in merito ad alcune funzioni fondamentali della vita, essendo quest’ultime passate all’Unione e quindi gestite in seno ad essa.
Già nell’ultimo Consiglio comunale, infatti, si è notato come molti punti salienti e passibili di discussione sono stati demandati al consiglio dell’unione, seppur con pieno riferimento ai limiti del Comune di Bellano.
Fa riflettere anche il fatto che nell’ espressione delle linee programmatiche del prossimo triennio il 90% di quanto detto sia sul territorio bellanese: così si svilisce l’importanza di un territorio con connotazioni uniche come quello di Vendrogno, annoiando, peraltro i consiglieri dello stesso comune che si sorbiscono tutti i dettagli dello sviluppo amministrativo bellanese.
È opportuno dire anche che in seno alla giunta dell’unione ci sono, per le funzioni più importanti, assessori del Comune di Bellano, che è vero essere il maggiore come quantitativo di abitanti, ma facente parte comunque di un organo di controllo del quale fa parte anche Vendrogno.
L’unione è sì una cosa positiva ma rischia di divenire un monopolio della sola amministrazione bellanese.
Perché allora non avviare il processo di fusione? Ricordiamo che la fusione ad oggi porterebbe un contributo regionale (importo e durata) di 350.000 €/annuali per i primi 3 anni e di 200.000 €/annuali per i successivi 12 anni; in più un contributo statale (importo e durata), per un periodo di 10 anni, un contributo straordinario commisurato al 20% dei trasferimenti erariali attribuiti per il 2010 ai comuni che hanno dato luogo alla fusione (circa 800.000 €/anno per 10 anni). Il totale dei trasferimenti ammonta a circa 9 milioni di euro in 15 anni.
È necessario arrivare alla fusione. Continuare così non ha senso: con tripli bilanci, tripla burocrazia, triplo lavoro e i consiglieri di Bellano esautorati delle loro funzioni principali. Potranno solo assistere alle sedute dell’Unione in qualità di spettatori (come suggerito dall’amministrazione…), ma senza poter partecipare alla discussione anche se in prevalenza riguardante Bellano.
Poiché i tempi per la fusione non sono rapidi, occorre cominciare fin da subito il percorso, tenendo in ogni caso presente che Vendrogno è un partner essenziale e indispensabile, con pari dignità e rispetto, disponendo di proprie rappresentanze all’interno del Consiglio e della giunta del nuovo Comune che nascerà dalla fusione.
Mario Passador
Consigliere comunale di minoranza a Bellano