LECCO – Nel 2° trimestre 2018, le imprese della provincia di Lecco prevedono di effettuare oltre 6.700 assunzioni: a cercare nuovo personale sarà il 16,9% delle aziende con almeno un dipendente. Nella nostra regione i nuovi posti di lavoro saranno quasi 250.000, e a livello nazionale oltre 1.200.000. Questi dati emergono dall’indagine Excelsior sulle previsioni di assunzione che viene svolta mensilmente dalle Camere di Commercio (per le imprese oltre 50 addetti) e da Infocamere tramite l’invio di questionari online e interviste telefoniche. L’indagine è coordinata a livello nazionale da Unioncamere, in accordo con l’Agenzia nazionale per le Politiche attive del lavoro (Anpal), il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. I dati raccolti sono a “scorrimento”: ogni mese vengono richieste alle aziende del territorio le previsioni occupazionali del trimestre successivo.
Con riferimento ai dati di aprile 2018, sulle 2.170 assunzioni programmate dalle imprese lecchesi, il 70,4% riguarda lavoratori dipendenti (contro il 78,3% lombardo e l’80,9% nazionale); viene pertanto confermata la tendenza delle nostre aziende a ricorrere ai contratti atipici in misura più significativa rispetto a Lombardia e Italia, già emersa nelle precedenti indagini. La quota delle assunzioni con contratto a tempo indeterminato si attesta al 23,9%; percentuale in linea con il dato nazionale (23,7%), ma inferiore al valore regionale (29%). In linea con la media lombarda e nazionale è la quota dei contratti di apprendistato (Lecco: 7,9%; Lombardia: 8%; Italia: 7,7%); la percentuale dei contratti a tempo determinato si attesta al 57,5% (contro il 57% della nostra regione e il 63,3% italiano).
Per il mese di aprile, le imprese lecchesi hanno previsto di ricorrere alle altre forme contrattuali in misura nettamente superiore rispetto a quelle lombarde e italiane. Le assunzioni stabili si concentrano soprattutto nel comparto manifatturiero (39,3%); viceversa, commercio e servizi alle persone sono i settori che ricorrono maggiormente al tempo determinato (rispettivamente 65,3% e 69,3%). Da segnalare anche il forte ricorso ad altre forme contrattuali nel turismo (41%)…
> CONTINUA A LEGGERE
L’ANALISI STATISTICA