COLICO – Il primo conflitto mondiale ha lasciato molte testimonianze sulle aree montane lombarde. Gli aspri combattimenti tra il Regno d’Italia e l’Impero Austro-ungarico avvennero sui ghiacciai e le cime presenti nei gruppi montuosi dell’Ortles-Cevedale e dell’Adamello, con posizioni presidiate in estate e inverno e poste a oltre tremila metri di altezza, sia sulle montagne poste tra Provincia di Brescia e Trentino e che sovrastano le Valli Giudicarie e il Lago di Garda.
Già allora il conflitto prese il nome di “Guerra Bianca“, e proprio grazie al particolare ambiente di alta quota sono ancora numerose le testimonianze della permanenza dei soldati dell’uno e dell’altro esercito su queste montagne.
Una serie di sistemi di fortificazione presenti sulle montagne dell’Alto Varesotto, nell’Alto Lario e sul crinale delle Prealpi Orobie, comunemente definita “Frontiera Nord“, costituisce poi un’altra straordinaria testimonianza di opere difensive costruite da parte italiana per contrastare una possibile invasione proveniente dalla Svizzera, in caso di violazione della sua neutralità.
Oltre alle fortificazioni campali, sul territorio lombardo furono realizzate anche imponenti opere corazzate, due di queste (il Forte Montecchio Nord a Colico e il Forte Venini alle Motte di Oga, Bormio) sono le meglio conservate in Italia. Oggi queste montagne sono meta di turisti ed escursionisti in cerca di silenzio e del contatto con la natura, ma i forti, le postazioni d’artiglieria, le gallerie per il ricovero di uomini e mezzi, i baraccamenti in legno e pietra, le trincee, i camminamenti e le mulattiere militari, costituiscono uno straordinario museo a cielo aperto.
Per valorizzare questo inestimabile patrimonio Regione Lombardia (DG Autonomia e Cultura) ha affidato ad ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste), con la collaborazione scientifica del Museo della Guerra Bianca in Adamello di Temù, un progetto di valorizzazione del patrimonio lombardo della Grande Guerra.
Prima del 2014 solo alcune iniziative, per lo più proposte da soggetti culturali a volte ritenuti “minori”, avevano trovato spazio nei programmi e nei finanziamenti regionali. Il quinquennio 2014-2018, ricorrenza del Centenario della Prima Guerra Mondiale, è stato un periodo nel quale le istituzioni hanno preso coscienza della ricchezza e dell’unicità del patrimonio culturale della Grande Guerra presente sul territorio della regione Lombardia e hanno dato avvio a un programma di attività volte a farne emergere la valenza culturale e l’attrattività anche turistica.
Il convegno di venerdì 12 ottobre, presso l’Auditorium comunale di Colico, prevede un primo inquadramento storico degli avvenimenti in Lombardia e nel Trentino, la successiva presentazione delle azioni più significative avviate nell’ultimo quinquennio in Lombardia e una riflessione finale in merito alle azioni future.
Sono in programma interventi di rappresentanti istituzionali e studiosi impegnati rispettivamente nella promozione di azioni di tutela e valorizzazione del patrimonio storico legato alla Grande Guerra in Lombardia e nello studio e nella ricerca storica delle vicende che cento anni fa hanno così profondamente segnato il territorio lombardo e la sua popolazione.
Al termine dei lavori i partecipanti si recheranno in visita al vicino Forte Montecchio Nord.
“L’impegno profuso dal Ministero per i beni e le attività culturali per la tutela e valorizzazione del patrimonio culturale della Grande Guerra in occasione del centenario è stato notevole, sia a livello nazionale che locale – ha sottolineato Beatrice Bentivoglio-Ravasio funzionario responsabile dell’Ufficio Tutela Beni Storico-Artistici ed Etnoantropologici regionale -. In Lombardia, in particolare le nostre soprintendenze hanno lavorato moltissimo sulla catalogazione e restauro dei monumenti ai Caduti e gli Archivi di Stato hanno promosso interessanti progetti sulla memoria declinata nei suoi aspetti più privati ed emotivi, quelli legati alla raccolta e pubblicazione delle lettere dei soldati al fronte.
La partecipazione al convegno è gratuita, previa iscrizione sul sito di Ersaf.