COMO – Verrà convocata il 18 ottobre la prima riunione dell’Osservatorio Permanente sul Fenomeno del Frontalierato Italia/Svizzera, costituito su iniziativa delle Province di Como e Varese – in collaborazione con le organizzazioni sindacali dei frontalieri. Obiettivo dell’Osservatorio sarà quello di occuparsi di ogni rilevante aspetto del lavoro di frontalierato che abbia conseguenze e ricadute significative sui lavoratori stessi, nonché sui territori italiani e ticinesi interessati al fenomeno.
“Non vogliamo solo monitorare il fenomeno, ma anche porci come divulgatori di informazioni corrette su questo fenomeno, con il chiaro obiettivo di mantenere un clima positivo tra le parti – spiega la presidente della Provincia di Como, Maria Rita Livio – oltre a recepire le istanze dei lavoratori e farcene parte attiva”.
In particolare, infatti, l’osservatorio si impegna ad adempiere a vari punti: a monitorare i flussi dei lavoratori frontalieri, in ordine alle tipologie professionali, alla mobilità e alla viabilità; divulgare le corrette informazioni circa le opportunità, nonché in merito alle problematiche connesse al lavoro transfrontaliero; aiutare e analizzare i problemi, recepire le istanze dei lavoratori frontalieri, al fine di farsi parte attiva a livello politico nei confronti di tutti quegli enti, pubblici o privati, che a vario titolo ne sono coinvolti; ad essere promotore sul territorio di ogni attività ed evento finalizzato alla divulgazione, anche di natura socio-culturale, delle istanze riguardanti il mondo del frontalierato.
“Sarà garantito un diritto di tribuna nell’Osservatorio ai rappresentanti delle Istituzioni italiane e ticinesi, nello specifico di quelle ricadenti in Regione Lombardia e in Canton Ticino – spiegano Sergio Aureli, responsabile Frontalieri del Sindacato UNIA, Giuseppe Augurusa, responsabile nazionale Frontalieri e dei Consigli Sindacali interregionali e Andrea Puglia, coordinatore dell’Ufficio frontalieri dell’Organizzazione cristiano sociale ticinese (Ocst) – L’intento, infatti, è quello di creare un luogo dove dialogare in modo costruttivo, allargando il dibattito non solo al solito aspetto fiscale, ma portando all’attenzione anche altre tematiche che vanno dalla viabilità alla coesione sociale”.