COLICO – Passa ancora dall’area industriale di Colico l’innovazione nel settore delle batterie grazie a un progetto europeo che ha per protagonista la Seval.

Nel progetto Lifebat cofinanziato dalla Comunità Europea nell’ambito della call Life 16 (www.lifelibat.eu), un processo idrometallurgico innovativo per il trattamento di batterie litio primarie sarà validato in scala pilota. Il coordinatore del progetto è la Eco Recycling, spin off dedicato al trasferimento tecnologico che ha sviluppato il progetto ingegneristico dell’impianto pilota. La costruzione dell’impianto è stata effettuata presso lo stabilimento di Colico della SEVal, società leader nel trattamento di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, e batterie a fine vita. Il processo è stato ideato dai ricercatori del Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza nell’ottica del recupero integrale di tutte le componenti valorizzabili presenti nelle batterie litio primarie: acciaio, manganese, litio e grafite. Il processo include operazioni di trattamento fisico in condizioni controllate per liberare i componenti metallici (acciaio) e operazioni chimiche per l’estrazione e il recupero di litio, manganese e grafite.

Durante gli ultimi decenni l’ampia diffusione di dispositivi elettronici portatili ha determinato la produzione di ingenti quantitativi di batterie a fine vita. Questi rifiuti tecnologici costituiscono un problema ambientale per l’elevato contenuto di metalli inquinanti (Co, Mn, Cd, Ni, Pb) che al tempo stesso rappresentano una potenziale risorsa di materie prime secondarie, ovvero materie prime ottenute dal trattamento dei rifiuti.

La Direttiva Europea relativa al trattamento di batterie e accumulatori a fine vita (2006/66) incentiva lo sviluppo di processi innovativi in grado di raggiungere specifici target di riciclo: ad esempio le batterie che non contengono piombo e cadmio devono essere trattate con processi che garantiscano un riciclo del 50% ovvero data una tonnellata di pile da smaltire bisogna recuperare minimo 500 Kg di
materiali come metalli o plastiche da reimpiegarsi in processi produttivi. La validazione in scala pilota ha evidenziato la fattibilità tecnica dei processi idrometallurgici per la valorizzazione di batterie a fine vita di differenti tipologie. Molte sfide rimangono tuttavia aperte a causa dell’elevata eterogeneità dei rifiuti e dei ridotti volumi di raccolta che limitano la potenzialità di impianti dedicati e quindi la relativa sostenibilità economica.

Le attività di validazione in scala pilota di processi innovativi costituiscono in questo contesto un passaggio fondamentale nello sviluppo di processo. Il progetto e le attività in esso previste si pone quindi come passo fondamentale nella rotta tratteggiata dall’Unione Europea per lo sviluppo di sistemi di approvvigionamento intra EU di materie prime per il comparto dell’accumulo di energia.