DERVIO – Che gli abitanti del borgo medievale siano appassionati nella realizzazione di presepi non una novità, difatti da anni a Corenno si organizza la rassegna “Un presèpi per ogni purtun“. Ma quest’anno le cose sono state fatte in grande.
Più di cento i presepi sparsi per le famose “scalotte”, intorno al castello, o nelle abitazioni. Diventa quasi una caccia al tesoro per scovarli tutti immersi nella magica atmosfera natalizia che si è creata dopo l’accensione delle luminarie all’Immacolata.
Si passa da quelli mignon a quelli allestiti nelle vecchie cantine, passando dalle opera d’arte su riproduzioni di imbarcazioni o della classica Lucie. Alcuni spiccano di fantasia, con gnomi, pupazzi o peluche e altri invece seguono la rigida tradizione.
Uno dei più toccanti è il presepe di Lego di Sofia Riva, una bambina di 9 anni, ambientato all’interno dell’evento traumatico che ha sconvolto molti quest’anno, l’esondazione di giugno. Accanto alla classica capanna si possono vedere i vigili del fuoco che aiutano le persone in difficoltà, la croce rossa all’opera con le ambulanze e i volontari che aiutano a ripulire il tutto dal fango.
All’interno della Taverna del Castello si può ammirare una fedele riproduzione del porto di Corenno. Incredibilmente curato nei minimi particolari, con pescatori al lavoro nel porto e i cittadini all’opera nella vita quotidiana, oltre alla classica stalla.
Nella filanda durante il “Ritorno a Corenno” del weekend è stata inaugurata la mostra “Storia del Presepe”. Sono ben trenta le opere esposte e arrivano tutte dal Lago di Como. Le illustrazioni e spiegazioni su tutto ciò che concerne queste festività sono posizionate lungo le pareti e sono a cura di Roberto Pozzi che ogni anno anima questo luogo simbolo di Corenno. “L’anno prossimo – confida il professore – cambierà ancora argomento: la farò sui giocattoli antichi”.
Come da tradizione i presepi resteranno visibili fino al 6 gennaio.
[ngg src=”galleries” ids=”205″ display=”basic_slideshow”]Michela Riva