LECCO – Oggi, 6 maggio 2015, ricorre il 159esimo anniversario della nascita di Sigmund Freud, padre della psicanalisi. La sua figura è di innegabile importanza storica sia per la filosofia che per la psicologia. Nato a Pribor, nell’attuale Repubblica Ceca (ai tempi la città si chiamava Freiberg), egli è noto per aver dato vita a un modello teorico, metodologico e clinico che ha segnato profondamente sia l’ambito della cura mentale che quello della letteratura e del teatro. Oggi la diffusione delle pratiche psicanalitiche si è enormemente estesa in tutto il mondo occidentale: non solo ha informato di sé la psichiatria e varie branche della medicina per l’interesse ai disturbi psicosomatici, ma ha anche influenzato profondamente tutte le scienze dell’uomo del XX secolo. Il suo fondatore ha paragonato la rivoluzione scientifica portata dalla psicanalisi alla rivoluzione copernicana: quest’ultima ha spostato il centro di gravità dell’universo in cui viviamo dalla terra al sole; la psicanalisi ha invece spostato il centro di gravità dell’individuo dalla coscienza all’inconscio. In tal modo essa ha indirizzato la cultura occidentale a riprendere in esame le espressioni più elementari della natura, quelle che stanno al di sotto delle sovrastrutture della società.
L’istruzione di Freud è di impostazione medica e biologica: studiò medicina all’università di Vienna e si interessò alla teoria evolutiva di Charles Darwin, che apprezzò particolarmente in quanto si allontanava dalle posizioni metafisiche del periodo. Della dottrina darwinista stimava soprattutto il rigore scientifico e l’utilizzo del linguaggio della fisica, che andava oltre alla concettualizzazione di una non meglio precisata “forza vitale” atta a presiedere lo sviluppo degli organismi. Partendo da questo suo background, Freud si andò convincendo che per spiegare i fenomeni mentali bisognasse superare una spiegazione prettamente medico-fisiologica; iniziò quindi a elaborare un modello che unisse globalmente corpo e mente, fisiologia e processi inconsci, con il rigore scientifico tipico delle scienze naturali.
Osservando alcuni disturbi, ad esempio i fenomeni isterici, si andò convincendo che l’alterazione funzionale presentata dal paziente fosse di origine psichica e non somatica. Tramite il medico francese Jean-Martin Charcot, egli incrementò questa sua convinzione, grazie anche almeccanismo d’indagine dell’ipnosi. Insieme al collega J. Breuer, Freud adattò una variante del metodo ipnotico, il “metodo catartico”, sostenendo che i sintomi isterici sono i sostituti dei processi psichici normali e sono originati da traumi (vissuti o fantasticati) pregressi. Con il passare del tempo (e con l’abbandono di Breuer), l’impianto psicanalitico si sviluppo ed affinò, connotandosi come analisi dell’uso di modalità di pensiero primordiali riaffioranti nei sogni e nelle associazioni libere, su cui si basa l’analisi interpretativa del terapeuta. Proprio l’analisi dei sogni e le libere associazioni, insieme alle due topiche e alla teoria psicosessuale, sono i nodi tematici principali dell’opera di Freud.
Nel settimo capitolo del volume “L’Interpretazione dei sogni”, l’autore esplicita un modello topografico (spaziale) della psiche, definito topica. Lo spazio mentale è diviso in tre parti: conscio (quella parte che contiene i sentimenti e i pensieri accessibili al soggetto e facilmente verbalizzabili), preconscio(parte intermedia, in cui si svolgono i processi provvisoriamente inconsci, ma che possono risalire a un livello cosciente grazie a uno sforzo di attenzione), inconscio (parte molto ampia, che racchiude componenti stabilmente inaccessibili alla coscienza, oppure respinti perché traumatici e dolorosi). Freud utilizzò due metodi per far emergere i contenuti inconsci. Il primo è rappresentato dalle libere associazioni, metodo che consisteva nel rilassare il paziente e farlo abbandonare al flusso di pensieri spontaneamente collegati ad una parola-stimolo pronunciata dal terapeuta. Attraverso queste catene associative liberamente prodotte si poteva rendere cosciente il materiale inconscio, al fine di risalire all’origine del trauma. Il secondo metodo è quello dell’analisi dei sogni, la “via maestra” verso l’inconscio tramite l’attività onirica, vista come “l’appagamento camuffato di un desiderio rimosso”. All’interno del sogno questo materiale risulta spesso irriconoscibile, perché sottoposto alla censura del Super-Io. Il contenuto latente deve quindi essere reso manifesto tramite un “lavoro onirico”, che ripercorre a ritroso il processo che ha modificato il desiderio all’interno del sogno.
Successivamente Freud presentò una seconda topica, di tipo strutturale, distinta dalla precedente. Essa presenta tre istanze coinvolte in un conflitto dinamico tra loro: Es, Io, Super-Io.
Es, in tedesco il pronome neutro di terza persona singolare, rappresenta il “nodo pulsionale” umano. Racchiude gli impulsi, sessuali ed aggressivi, che ubbidiscono al principio del piacere, ovvero il mondo istintuale dell’uomo: è il fondamento della persona psichica, serbatoio di energia vitale. IlSuper-Io, invece, consiste in regole morali e sociali che sono state interiorizzate. Tende a porre un freno ai ribollenti impulsi e istinti che provengono dall’Es, talvolta inibendoli, talvolta regolamentandone l’espressione. Rappresenta quella che può essere chiamata la coscienza morale della persona. Il ruolo di mediatore tra queste due istanze è affidato all’Io, che si sforza di conciliarne i bisogni servendosi del principio di realtà. Fornisce parziali appagamenti all’Es, ma senza violare gli imperativi che arrivano dal Super-Io. Ecco come si esprime l’autore rispetto questa istanza: “Spinto così dall’Es, stretto dal Super Io, respinto dalla realtà, l’Io lotta per venire a capo del suo compito economico di stabilire l’armonia tra le forze e gli impulsi che agiscono in lui e su di lui; e noi comprendiamo perché tanto spesso non ci è possibile reprimere l’esclamazione: la vita non è facile!”
A Freud si deve, infine, la famosa teoria psicosessuale dello sviluppo. Si tratta di una teoria stadiale, divisa in 4 fasi, ognuna caratterizzata da una particolare zona erogena, che genera il piacere e condiziona la maturazione. A ognuno di questi stadi si può accedere dopo aver superato armonicamente quello precedente. In caso contrario sono possibili fissazioni e regressioni. All’interno di questa teoria trova posto il noto complesso di Edipo, che prende il nome dal personaggio che , nella mitologia greca, uccise suo padre Laio e sposò sua madre Giocasta. La metafora è utilizzata per spiegare l’inconscio e universale desiderio amoroso del bambino verso il genitore di sesso opposto, abbinato a sentimenti ostili verso il genitore dello stesso sesso. Si tratta di un cruciale momento evolutivo, organizzatore della vita psichica dell’individuo, in cui si sancisce la differenza tra i sessi e tra le generazioni. Il complesso di Edipo appare quale coronamento della sessualità infantile, quando cioè il bambino è consapevole del fatto che i genitori hanno un rapporto preesistente alla sua nascita, sul quale ha consciamente e inconsciamente fantasticato. Il modo in cui il complesso viene affrontato e superato dipende dallo svolgimento delle precedenti tappe evolutive e da come i due genitori costruiscono il rapporto tra di loro e con i figli. La rinuncia ai desideri edipici, amorosi e ostili, può avvenire solo attraverso una identificazione con i genitori e l’interiorizzazione del divieto (le quali saranno parte integrante dello sviluppo del Super-Io).
La ricerca scientifica e l’attività clinica di Sigmund Freud furono interrotte dalla brutalità del totalitarismo nazista: quattro delle sue sorelle morirono nei campi di concentramento, ed egli fu costretto all’esilio a Londra, dove morì un anno dopo, nel 1939. In seguito i suoi allievi svilupparono ulteriormente le sue teorie, partecipando, così come i detrattori appartenenti ad altre scuole di psicologia (che partono dalle sue affermazioni allo scopo di confutarle), a rendere la figura di Freud un metro di paragone e una presenza ineliminabile all’interno del mondo della cura mentale. E non solo in esso.
Alberto Zicchiero, psicologo
Iscrizione Opl n. 17337
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