ESINO LARIO – Dopo l’incontro a porte chiuse di ieri sera, martedì, sulla questione dell’accoglienza profughi, il candidato sindaco della lista civica Tutto per Esino Emiliano Invernizzi prende posizione. “Chi ha difeso l’operazione degli immigrati a Esino ora si sta forse pentendo? – commenta Invernizzi, riferendosi evidentemente ad alcuni esponenti della lista concorrente -. In questo momento molto delicato della comunità di Esino, vorrei esprimere la mia personale opinione su quello che sta succedendo in paese in merito al soggiorno di alcuni immigrati e al presunto avvento di un nuovo contingente di altri. Personalmente sono per oppormi con qualsiasi mezzo lecito all’apertura sul nostro territorio di altre strutture, ora e sempre e per una civile e celere risoluzione di quella che purtroppo è già stata attivata, in modo che i clandestini presenti non siano più rimpiazzati e possano al più presto e legalmente ritornare alle loro famiglie.
Ma è opportuno che i cittadini sappiano: facendo un passo indietro, lo scorso luglio la Prefettura di Lecco decise di imperio di inviare una quarantina di clandestini in soggiorno obbligato presso una delle più belle e centrali strutture ricettive, che fin dal secolo scorso è stata lustro e attrattiva per il turismo. Gli Esinesi non furono in nessun modo nè interpellati nè avvisati. Alcuni però, si è saputo poi, erano a conoscenza ed erano gli stessi che presero a difendere l’operazione con grande autoritarismo, facendo in modo che coloro che avessero a chiedere informazioni più di tanto fossero messi a tacere, etichettati come xenofobi e isolati, come il sottoscritto e alcuni altri ex amministratori. Ora gli stessi ci hanno ripensato? Non ci fidiamo! La nostra lista la pensa in modo diverso. Noi che ci facciamo un “mazzo tanto” per lavorare onestamente, pagare le inique tasse di questo soffocante sistema, che teniamo in piedi il patrimonio dei nostri avi, tramandiamo le nostre tradizioni, cresciamo i nostri figli, noi Esinesi con le nostre associazioni, che fino ad oggi abbiamo tenuto puliti i nostri sentieri, prati e boschi, abbiamo verniciato staccionate, panchine, bacheche, consolidato muri, mantenuto ponti, costruito baitelli e casere, ricostruito cappelle, restaurato chiese e gran parte del nostro patrimonio artistico, non dobbiamo farci insegnare niente da nessuno! Tanto meno desideriamo essere oppressi da imposizioni di qualsiasi genere, che violentano l’autonomia della nostra comunità!”