Per anni i giocatori si sono dovuti misurare con degli avversari guidati da computer, contro software capaci di ostacolare il loro cammino, di segnare un goal oppure di parare e restituire un colpo mortale. I recenti sviluppi nel campo dell’intelligenza artificiale stanno permettendo ai ricercatori e agli sviluppatori interessati a questo mondo, di fare degli enormi passi in avanti. Matthew Guzdial, ricercatore sull’AI e assistente professore all’Università di Alberta, insieme al suo team sta elaborando degli algoritmi per le machine learning capaci di creare dei videogames semplici.
Questo studio apre diverse prospettive e possibilità rispetto a ciò che l’AI può dare al campo dell’intrattenimento; processando attraverso vari livelli i gusti dei giocatori. In futuro un computer sarà in grado di restituire in automatico un gioco che rispecchi le aspettative dell’utente, permettendo di scegliere il software di casinò preferito per giocare oppure il livello di difficoltà del platform, in base ai dati che l’AI ha appreso. Guzdial afferma che il campo dei videogames si presta molto bene come banco di prova: “Un gioco è pienamente osservabile cosa che non può accadere con gran parte del mondo reale”. Dice inoltre che “un videogames offre una ricompensa, dà l’idea al giocatore di procedere bene o male durante l’andamento della partita”. Questo tipo di risposte sono fondamentali per la formazione degli algoritmi per il machine learning.
Uno dei primi esperimenti provati nel campo dell’intelligenza artificiale è stato quello di creare il computer perfetto per giocare a scacchi contro un essere umano. Da quell’esperienza nacque il famoso computer Deep Blue il quale riuscì ad ottenere una prima vittoria contro il campione Kasparov nel 1996. Oggi invece, i ricercatori contemporanei che si occupano di AI sono concentrati su giochi più complessi, in particolare l’antico gioco cinese di Go.
Come procede oggi lo studio dell’AI in riferimento al mondo del gaming?
Al momento si parla solo di studi e di test che porteranno presto alla concezione dei primi prototipi capaci di generare degli algoritmi più articolati. Il team di ricercatori composto da Matthew Guzdial e Mark Riedl del Georgia Tech Institute, sta lavorando ad uno studio chiamato Automated Game Design via Conceptual Expansion. L’idea di questo programma è quella di permettere all’AI di creare videogame in maniera autonoma utilizzando come fonte di ispirazione dei giochi esistenti. Inserendo dei filmati di titoli famosi come Super Mario, Mega Man e Kirby’s Adventure ad esempio. La macchina ha potuto apprendere gli elementi dei vari giochi e il loro svolgimento.
L’intelligenza artificiale è stata in grado di calcolare le probabilità a disposizione dei personaggi in relazione con il contesto di gioco, combinando e riproducendo ciò che aveva “visto”. In seguito è stata capace di generare un piccolo gioco grazie agli elementi appena appresi. Un risultato non deludente certamente ma ancora lontano dal poter creare, in maniera autonoma, dei contenuti capaci di aumentare il livello di difficoltà e di complessità in riferimento ai giochi appena appresi.
Quello a cui Guzdial ed il suo team puntano per il futuro, è uno strumento capace di dare autonomia ai giocatori nel costruire da soli un videogioco nuovo, che rispecchi delle specifiche attitudini e gli attributi richiesti dai giocatori stessi.
In conclusione
Quello che gli studiosi si augurano è che attraverso i software che si stanno sviluppando, in un futuro non troppo lontano, l’AI possa lavorare al fianco di partner umani nella creazioni di videogiochi e non solo. Anche nel campo della musica, ad esempio, si pensa a dei potenziali utilizzi dell’intelligenza artificiale; una realtà che può spaziare nel ramo artistico come a quello automobilistico, che sarà capace di offrire possibilità infinite di realizzazione.