LECCO – Assolto Padre Francesco Incampo, il religioso che a fine novembre del 2010, in qualità di rappresentante della provincia italiana della congregazione dei missionari figli del cuore di Maria, cioè dei Clarettiani d’Italia con sede a Roma, senza la prescritta autorizzazione della Soprintendenza per i beni architettonici per il paesaggio di Milano, alienava il complesso immobiliare di Lierna Seminario Clarettiano e relative pertinenze, cedendolo e vendendolo al legale rappresentante della società “Al centro del lago di Como”.
Il Giudice Enrico Manzi, ieri mattina, venerdì 8 maggio, dopo aver sentito l’ultimo teste, l’ha assolto perché il fatto non sussiste. Il Il reato contestato a Padre Incampo, infatti, è la violazione dell’articolo 173 del Decreto legislativo numero 42 del 2004, il codice dei beni culturali e del paesaggio che in sostanza dispone la punizione o perseguibilità penale della condotta dell’alienante di un bene culturale”. Sia il Pm Pietro Bassi sia l’avvocato Sonia Bova, a difesa di Incampo, hanno chiesto l’assoluzione.
Prima della sentenza è stato ascoltato il notaio Daniele Minussi che curò la compravendita e che nel raccontare come sono andati i fatti ha anche sottolineato come, nel rispetto delle norme vigenti, la decorrenza dei settant’anni fa venire meno la salvaguardia del vincolo di inalienabilità o comunque il dovere di coinvolgere la Soprintendenza ai beni culturali. Prima ancora, in una precedente udienza, erano stati sentiti anche il ragionier Giulio Corno e Marisa Bloise. Era stata quest’ultima a segnalare la vicenda alla Soprintendenza per i beni architettonici di Milano che poi aveva presentato l’esposto.
La donna, a nome delle famiglie che da anni frequentavano il seminario per incontri e momenti di preghiera, aveva voluto portare davanti agli enti competenti la compravendita dell’immobile avvenuta per una somma di 2 milioni e 700mila euro circa. Secondo la stessa, infatti, la compravendita sarebbe stata illecita in quanto mancante della verifica di interesse rilasciata dalla diocesi.
L’avvocato Bova, anche nelle precedenti udienze, ha sempre sostenuto che non ci sarebbe stato alcun vizio di forma in quanto il seminario non era gravato da alcun vincolo paesaggistico (nel 2008 il Comune di Lierna aveva comunicato l’esclusione di qualsiasi vincolo) e che la struttura fosse risalente al 1958, anno della costruzione, mentre la sua abitabilità risalga al 1964, quindi piuttosto recente. Concetti che il difensore di Incampo – ieri accompagnato dall’amico Padre Angelo Cupini, responsabile della Casa sul Pozzo – ha ribadito durante le sue conclusioni. E il giudice le ha dato ragione.
E. P.