BELLANO –  La notizia di dieci dipendenti e otto pazienti del presidio riabilitativo di Bellano positivi al Covid-19 ha aperto il vaso di Pandora sulla struttura e ora anche altre categorie di lavoratori denunciano la grave situazione che si vive all’interno dell’ospedale lariano. È il caso delle operatrici dei multiservizi, dipendenti di una multinazionale del settore.

“Da marzo, quando c’è stata la prima ondata della pandemia, tutto il piano terzo è stato convertito a reparto Covid – racconta Silvana Bollani, una lavoratrice – con due pazienti in ognuna delle 15 camere. Nessuna di noi però ha mai avuto il test sierologico o un tampone, non siamo state tutelate e alcune si sono ammalate. Nonostante i sintomi la ditta si è rifiutata di farci il test e chi ha potuto si è rivolto al pronto soccorso. La ditta poi ha trovato mille scuse per non pagare l’infortunio“.

“Il rischio sul lavoro per noi è grave sin da marzo. A casa tutte abbiamo una famiglia e potremmo contagiare i nostri cari ma fare il test da sole, in privato, non ce lo possiamo permettere. È così anche per la vaccinazione antitetanica: dobbiamo preoccuparcene noi perché in azienda non ce la fanno”.

“So che potrei avere ripercussioni per questa denuncia, non mi interessa. Vorrei solo che tutto quello che succederà nei miei confronti venisse testimoniato”.

I. B.

 

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