DERVIO – Dopo che il sindaco di Dervio Stefano Cassinelli ha illustrato con una diretta Facebook, venerdì scorso, il progetto per la realizzazione del tempio crematorio, i cittadini hanno espresso sullo stesso social network i loro pareri.
Un primo commento è duro: “…..una diretta per farci credere poveri paesanotti di coinvolgerci in questa decisone già presa credo…”.
“Sulla questione Crematorio vorrei esprimere il mio pensiero riguardo a quella che credo essere la fonte di tutti i malumori che una parte della nostra comunità si è trovata a dover manifestare. Mi riferisco all’incomprensibile volontà di Regione Lombardia di incentivare una sorta di “corsa alle ceneri” lasciando ad ogni singolo comune la possibilità di pianificare ciò che invece avrà ripercussione almeno a scala provinciale. Facendo l’esempio di Dervio, quando avremo il forno questi coprirà le esigenze di tutta la provincia e questo varrà per l’eternità perché se anche la scelta crematoria raggiungerà tra la popolazione il livello del 100% i 2500-3000morti annui che la statistica attribuisce alla nostra provincia saranno facilmente assorbiti dall’impianto. Perché tutto ciò possa avvenire però bisogna che il comune che singolarmente si assume un tale onere riceva dall’imprenditore che finanzia l’opera una sorta di “risarcimento” (si parla di 200.000€ all’anno) senza il quale difficilmente la gente del posto accetterebbe una proposta simile”.
Un’altra riflessione di una persona che ha problemi polmonari:
“È accertato che non esistono forni ad emissione zero, infatti ‘I principali inquinanti emessi dal processo di cremazione sono: monossido di carbonio (CO); assido di azoto (NOx); diossido di zolfo (SO2);materiale particolato (PM10 and PM2.5); composti organici volatili (VOCs) ; formaldeide; diossine e furani (PCDF); idrocarburi policiclici aromatici (PAHs); metalli pesanti incluso mercurio, piombo e cadmio. Fonte ARPA. Questi inquinanti possono raggiungere anche notevoli distanze, gli elementi PM 10 di dimensioni 10 micron possono raggiungere le prime vie aeree, Pm 2.5 arrivano ai bronchi, quelle più piccole fino agli alveoli polmonari. Piccole quantità che col passare del tempo, anche anni si accumulano. A persone come me peggioreranno i problemi respiratori, ma questo poco importa, io penso ai miei nipoti che hanno una vita davanti. A forno attivo in caso di incidente , come già accaduto in altri impianti (vedi dati ARPA e notizie di stampa) non solo questo porterebbe a contaminare orti e terreni circostanti e animali, ma con il vento anche aree più estese. Alcuni forni vengono temporaneamente fermati quando si riscontrano livelli troppo alti. Mi si dice che questo impianto porterà benefici alla popolazione: sicuramente non dal punto di vista ambientale perché fonte ulteriore di inquinamento, da quello turistico, non vedo perché un persona sensibile debba decidere di venire a Dervio invece che a Bellano o Colico e nell’altra sponda del lago, dal punto di vista del valore immobiliare credo che ci sia differenza se il forno si trovi a notevole distanza o a pochi metri”.
C. V.
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