L’Alto Lario, in particolare quello Occidentale, è ancora al centro dell’attenzione. Questa volta non si tratta di un libro o di un’ospitata sul lago, bensì di un interessante documentario intitolato “Portavamo il sacco”, opera del regista Riccardo Maffioli.

Nato a Brescia nel 1961, ha ottenuto numerose premiazioni in campo cinematografico e giornalistico, l’ultima delle quali un premio della Giuria dei Giornalisti alla Biennale internazionale d’arte contemporanea di Bari.

L’opera, risultato di una difficile cernita tra 120 proposte, verrà presentata al Festival della Montagna di Sestriere il prossimo 7 agosto: la rassegna cinematografica che ha luogo a 2.035 metri di altezza da 9 anni a questa parte lo proietterà insieme ad altre 28 pellicole.

Riccardo Maffioli proporrà le testimonianze dirette dei contrabbandieri del paese di Vercana, che da settantenni narreranno le loro mosse nei traffici illeciti di sigarette tra gli anni ’50 e ’70. Attraversando i paesi montani del Lario Occidentale, si giungeva al Passo San Jorio, posto esattamente sul confine tra Italia e Svizzera: con una rischiosa ma astuta elusione dei controlli, i vercanini giungevano nello stato elvetico e si procuravano le sigarette.

Non solo contrabbandieri, ma non mancheranno nemmeno i finanzieri che cercavano in tutti i modi di incastrarli e fermare il traffico illegale: si tratta di Filippo Di Lelio e dell’avvocato Gerlando Alongi.

Tuttavia, non è la prima opera dedicata al contrabbando: già nel 2014, grazie a una collaborazione tra il giornalista e attuale sindaco di Dervio Stefano Cassinelli e il ricercatore Pierfranco Mastalli, era stato pubblicato il volume “Lungo i sentieri del contrabbando – Storie, testimonianze, appunti di viaggio“. Un libro che ha fatto appassionare Maffioli, tanto da spingerlo a produrre un docu-film.

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