DERVIO – Il Gruppo consiliare di minoranza “Insieme per Dervio” mette nel mirino i nuovi regolamenti approvati ieri in Consiglio Comunale dalla maggioranza, che introducono per i cittadini decine di nuovi divieti, con sanzioni molto salate.

Sotto accusa in particolare il regolamento di polizia urbana e rurale (che sarebbe “copiato in gran parte da quello del Comune di Pontida, dove il segretario comunale appena assunto a Dervio era in precedenza assessore”) che conterrebbe “un gran numero di errori e incongruenze, oltre a trattare problematiche che hanno poco a che fare col territorio”.

“Insieme per Dervio” elenca poi alcuni nuovi divieti strani. Per installare una semplice tenda si dovranno rispettare numerose prescrizioni, e su spazi soggetti a uso pubblico in ambiti di interesse monumentale o storico un cittadino dovrà chiedere il parere degli organi comunali e delle altre autorità competenti (sanzione da 100 a 500 euro). Peccato però che proprio il Comune abbia installato in modo permanente a Corenno un’intera casetta utilizzata come biglietteria per il ticket senza chiedere l’apposita autorizzazione alla Soprintendenza. È vietata dalle ore 20 alle 7 la somministrazione e la vendita di bevande in contenitori di vetro (sanzione da 200 a 500 euro): ma rispettando la norma dovrebbero essere vietati anche i bicchieri di vetro nei bar.

Vietato scuotere, spolverare e battere, da balconi e finestre prospicienti vie e piazze pubbliche, tappeti, panni, materassi o biancheria (sanzione da 200 a 500 euro); l’operazione può essere fatta solo dalle 8 alle 10 esclusivamente nei cortili interni, per chi li ha. Nelle proprietà private esposte alla pubblica vista è vietato depositare qualsiasi cosa che a giudizio insindacabile dell’autorità comunale possa nuocere all’estetica (sanzione da 200 a 500 euro).

Sulle spiagge del territorio comunale e nelle zone a verde in prossimità delle stesse è vietato tuffarsi dai pontili, dai moli, dalle barche ormeggiate e da qualsivoglia struttura fissa o mobile naturale o artificiale, collocate su area pubblica o demaniale, all’interno dell’area lacustre (sanzione da 200 a 500 euro). Quindi, oltre che dal molo, addio anche ai tuffi dall’Acquapark? Chiede ironicamente “Insieme per Dervio”. È vietato versare o immettere, anche occasionalmente, le acque piovane provenienti da tetti e grondaie in fossi e corsi d’acqua (sanzione da 200 a 500 euro).

Nell’abitato nessuno può, senza speciale autorizzazione, accendere fuochi artificiali. Il 31 dicembre ci sarà quindi una corsa in Comune a farsi autorizzare o si pagheranno sanzioni tra 200 e 500 euro? Sono vietate le comunicazioni effettuate all’aperto tramite impianti acustici installati su mezzi: il povero rappresentante della pro loco che pubblicizzerà la tombola nelle vie del paese rischia una sanzione da 100 a 500 euro. Se non muniti di chip, i cani accalappiati saranno riconsegnati al proprietario.

Altri divieti appaiono invece, “soltanto”, incomprensibili per la realtà di Dervio. Per esempio “è assolutamente vietato riscaldare la cera naturale e artificiale, specialmente se in miscela con acquaragia, sopra fiamma libera o focolare; tale riscaldamento dovrà essere fatto a bagnomaria con acqua calda”. La sanzione è da 200 a 500 euro. In compenso viene regolamentata la costruzione di magazzini di sale, le distanze delle api dagli impianti di produzione di zucchero, le regole per mercanti, negozianti, produttori o gente d’affari che si radunano periodicamente sul suolo pubblico per contrattazioni di mercato. Cose mai viste a Dervio.

Infine le norme più strane, soprattutto considerando la poca attinenza con le competenze comunali: per esempio nel trasporto pubblico è fatto obbligo al viaggiatore che rimanga in piedi di sorreggersi agli appositi sostegni, e i cani da caccia non possono salire sui mezzi pubblici dalle 8 alle 19. Nel caso di frane che spostino parti delle colture su fondi altrui, il proprietario della coltivazione ha il diritto di raccogliere i frutti di tale coltura per l’annata agraria in corso, e così via. L’elenco dei nuovi divieti e delle relative stranezze sarebbe ancora molto lungo: Dervio diventa così “il paese dei mille divieti”.

 

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