Uno dei disturbi legati all’alimentazione, per il quale alcune persone decidono di iniziare un percorso di educazione nutrizionale, è il reflusso gastro-esofageo, che si verifica quando i succhi gastrici vengono in contatto con la parete dell’esofago, provocando bruciore e rigurgito acido. Il passaggio di acido dallo stomaco all’esofago avviene fisiologicamente durante la giornata, soprattutto dopo aver mangiato. Tuttavia, se questi eventi superano una determinata soglia, in termini di frequenza e durata, si verifica una vera e propria malattia.
Nei cambi di stagione (come adesso!) la sintomatologia gastrica spesso si riacutizza. Chi ne soffre, cercando una soluzione rapida al problema, assume gastroprotettori per attenuare il fastidio e, sebbene questa terapia possa funzionare nell’immediato, non è una vera e propria cura radicale.
Innanzitutto bisogna cercare di identificare le cause: essendo una malattia multi-fattoriale, i motivi scatenanti il reflusso possono essere alimentari, anatomici, funzionali, ormonali e farmacologici. Il tono dello sfintere esofageo inferiore (zona di passaggio tra esofago e stomaco) costituisce una barriera pressoria contro il reflusso ed è il componente più importante del meccanismo anti-reflusso. La pressione della giunzione tra esofago e stomaco è influenzata dalla dieta, dagli ormoni circolanti e da alcuni farmaci. Un aumento della pressione intra-addominale, come nelle persone in sovrappeso e nelle donne in gravidanza, predispone maggiormente al reflusso. Più in generale bisogna tenere in considerazione lo stato di stress, problematiche gastriche o esofagee come ernia iatale, helicobacter pilory e gastrite cronica.
L’alimentazione è fondamentale, sia nelle fasi acute, che come prevenzione. Non si tratta semplicemente di eliminare alcuni cibi dalla dieta (pomodori, agrumi, aglio e cipolla, peperoncino), ma anche di attuare dei comportamenti alimentari nel corso della giornata per poter ridurre la sintomatologia fastidiosa.
CONSIGLI:
– Bere almeno 1,5-2L di acqua nel corso della giornata, a piccoli sorsi.; quando si è seduti a tavola bere il minimo necessario per inghiottire il boccone e masticare bene (al massimo 1 bicchiere a tavola). Evitare di bere dopo cena, bere di più nel corso della mattinata (anche la tazza di tisana dopo cena). Non bere caffè di nessun tipo, se non caffè d’orzo. Non consumare bevande alcoliche.
– Evitare periodi di digiuno prolungato. Ogni giorno suddividere il cibo in: colazione completa, spuntino, pranzo ricco in carboidrati, merenda, cena leggera.
– Bollire le verdure e lasciarle scolare e/o ripassarle velocemente in padella per eliminare l’acqua al loro interno. Evitare di consumare minestroni con molto liquido, ma cucinarli con poca acqua, meglio densi. Stesso discorso vale per i cereali: pasta e riso (o altri carboidrati da primo piatto) devono sempre essere cotti al dente.
– Consumare la frutta come spuntino o a colazione, non dopo i pasti principali, perché troppe fibre e zuccheri fermentano nell’intestino causando acidità.
Il nutrizionista non è l’unica figura di riferimento a cui rivolgersi per questa problematica, anche l’aiuto di un osteopata si rivela estremamente utile! Come biologa nutrizionista credo molto nella collaborazione tra professionisti, perché penso sia fondamentale il confronto e la possibilità di aiutare un paziente a 360°; da qui nasce la collaborazione con Marta, osteopata libera professionista (laureata nel 2016, iscritta al ROI Registro Osteopati Italiani).
L’osteopatia è una terapia manuale causale, a differenza di altre terapie manipolative ricerca la causa del sintomo, non trattando unicamente il sintomo doloroso; questo permette di ridurre la sintomatologia dolorosa in modo più duraturo. Le problematiche più frequenti per le quali ci si rivolge ad un’osteopata sono di natura muscolo-scheletrica e traumatica (lombalgia, cervicalgia, distorsioni, tendiniti, colpo di frusta..) ma agisce anche su sintomatologie dell’apparato gastrointestinale (ernie iatali, reflusso, stitichezza, acidità ecc), disturbi del sonno, ansia, cefalea ed emicrania, sintomatologie neurologiche (tunnel carpale, formicolio degli arti), disturbi della masticazione (bruxismo…), vascolari (gambe gonfie e difficoltà di drenaggio..), ginecologici (dismenorrea o amenorrea).
Per quanto riguarda nello specifico il reflusso, riesce a ridurre drasticamente la sintomatologia, permettendo ai pazienti di eliminare i gastroprotettori e tornare a mangiare con più spensieratezza. Le tecniche permettono di agire direttamente sulle strutture anatomiche interessate: stomaco, esofago e piloro; e su strutture periferiche che possono interferire con la corretta funzionalità dell’organo, ad esempio diaframma, rachide dorsale, cervicale alta/suboccipitale (per correlazioni nervose) e mediastino.
CONSIGLI:
Tenere la schiena sollevata, soprattutto dopo i pasti. Se il disturbo si presenta anche a letto, posizionare dei cuscini dietro la schiena, tenerla inclinata circa a 45° e provare ad addormentarsi così. Si accusa meno fastidio!
Questa è solo una delle tante tematiche che io e Marta tratteremo, seguiteci nei prossimi articoli!
Erika Meroni
Biologa Nutrizionista, PhD erika.meroni90@gmail.com
Riceve presso:
Centro Medico LA BREVA Gravedona (CO) Via Regina 22
Farmacia LAMBRO Lambrugo (CO) Via Roma 3
Farmacia LARIANA Abbadia Lariana (LC) Via Nazionale 114
Marta Poli
Osteopata 3331961410 martapoli.osteopata@outlook.it
Riceve a:
Lecco (LC) Via Tonale 19
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