COLICO – “Il lavoro è dignità, non carità”, è una delle scritte su un foglio affisso sull’insegna del White life bar a Colico che da ieri 10 aprile e fino a mercoledì 14 rimarrà chiuso per violazione norme contenimento Covid-19.

Oana Chiper, la proprietaria, da questa mattina ha deciso di protestare e incatenarsi di fronte al suo locale. “Ci hanno tolto il lavoro, non abbiamo più dignità. Ho investito tutto nel bar, per dare un futuro ai miei quattro figli, che sono tutti a scuola, abbiamo investito nel bar tutto quello che avevamo. È la terza volta che mi chiudono l’attività” racconta la barista.


La solidarietà a Oana è espressa da passanti e clienti: “È educata e gentile, piena solidarietà a lei. Tutti dobbiamo lavorare e tutti siamo sulla stessa barca, spero che si risolva tutto nel migliore dei modi”.

Anche altri baristi di Colico che si sono visti chiudere l’attività hanno espresso la loro opinione: “La legge va rispettata, ma la confusione che c’è in questo momento è che non sappiamo quali sono i limiti esterni entro i quali i clienti possono sostare consumando. La legge vale per tutti i locali che ci sono, non che uno di qua fa certe cose e uno di là ne fa altre” spiega il gestore del bar Montecchio.

“Ci hanno fatto chiudere per cinque giorni perché all’interno del mio locale c’era un ragazzo che ha problemi di diabete e l’ho fatto sedere, in quel momento sono arrivati i carabinieri per il controllo e ci hanno dato la multa” racconta la titolare del bar Incontro.

Oana Chiper, la barista incatenata

I clienti

Al bar Incontro

Al bar Montecchio

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