BELLANO – Il ‘Bello dell’Orrido’ apre il nuovo anno, ripartendo con un calendario di appuntamenti a cadenza mensile a Bellano: nel ‘paese degli artisti’ affacciato sul lago di Como, caratterizzato dall’Orrido e da una crescente attività culturale, prosegue il dialogo, comune e identificativo della rassegna, tra arte, storia e letteratura.
Sabato 20 gennaio alle 18, l’appuntamento è con Gianni Biondillo, architetto e scrittore in dialogo con Armando Besio, curatore della rassegna dal 2019, su ‘Quello che noi non siamo’ (Guanda, 2023), un romanzo che parla dell’Italia e di noi, che ripercorre la storia del ventennio fascista e dei rapporti tra gli intellettuali, giovanissimi architetti, e il Regime. Una generazione di artisti che inizialmente credette nella rivoluzione fascista come via per una rivoluzione anche architettonica nel segno della modernità razionalista.
Un romanzo corale di uomini e donne che presero progressivamente coscienza del crollo delle false ideologie e decisero di schierarsi nel nome con la Resistenza e nel nome della libertà, spesso pagandone un prezzo salato: dalle carcerazioni alle torture e ai campi di concentramento.
‘Quello che noi non siamo’ non è solo un romanzo sugli architetti, ma uno specchio dentro al quale riflettersi, con le stesse persone, testimoni di uno dei momenti più bui della storia d’Italia e della sua ricostruzione. Cuore della storia, Milano, fucina di tensioni artistiche che in quegli anni guardavano all’Europa come una liberazione dalla retorica dell’architettura ottocentesca delle belle arti, facciate e composizioni architettoniche. Qui, giovani ragazzi, nati negli anni ’10, crescono, si formano e vivono il Ventennio fascista senza un’idea politica solida perché, quando Mussolini sale al potere, sono, appunto, solo dei ragazzi. Combattono così una guerra ad armi impari, inseguendo la necessità di una rivoluzione etica ed estetica dell’architettura, contro l’accademismo, centralista e romano e, al tempo stesso, progressivamente consapevoli della grande illusione che stavano vivendo.
Nel testo, centrali sono le storie delle persone (prima che degli architetti), di giovani provenienti da tutta Italia, delle loro emozioni, sentimenti e scelte di vita: da Giuseppe Terragni a Giuseppe Pagano, ma anche il napoletano Edoardo Persico e tutta la generazione del Politecnico di quegli anni con Luigi Figini e Gino Pollini, Piero Bottoni, i quatto del gruppo BBPR Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti ed Ernesto Nathan Rogers.
‘Quello che noi non siamo’ è una storia vera, quella che Gianni Biondillo voleva scrivere da tutta la vita e che racchiude il lavoro di anni di ricerche, studi, incontri, testimonianze e documentazioni. Un romanzo che ridà voce a quella generazione di architetti illusa e disillusa dal Fascismo, che è stata la prima a capire il fondamentale ruolo etico e sociale dell’architettura.