BELLANO – Vasta eco a Bellano per la tragica scomparsa del luogotenente Doriano Furceri, 58 anni, per 17 comandante della stazione dei Carabinieri di Bellano. Trasferito dal Lario ad Asso, ieri è stato ucciso con tre colpi di pistola dal suo sottoposto, il brigadiere cinquantenne Antonio Milia.

Una brutta storia, tutta da definire ma con la sola certezza che il militare dell’Arma ha perso la vita. Lascia la moglie e tre figli.

La caserma di Asso, teatro dell’omicidio Credit: Regione Lombardia

Sulle sponde del lago, Furceri viene ricordato per una serie di brillanti operazioni, dalle operazioni antidroga a quelle contro ladri di motori di barche e topi d’appartamento. Si era occupato anche dello spinoso caso di Chiara Bariffi, la trentenne scomparsa nel 2002 e ritrovata tre anni dopo in fondo al Lario. L’anno prima il carabiniere era arrivato a Bellano, dove sarebbe rimasto per quasi un ventennio.

Ma nel 2021 le cose erano precipitate, con l’imbarazzato trasferimento per “incompatibilità ambientale” dopo che sui muri del paese erano apparse anonime scritte con lo spray che lo accusavano di avere insidiato diverse donne, sposate. Non si faceva il nome, ma le circostanze portarono a “imputargli” una serie di comportamenti del quale si parlava da tempo a Bellano.

Accuse pesantissime che Furceri aveva sempre fermamente respinto, anche con l’appoggio della consorte e madre dei suoi tre figli. Venne posto in ferie obbligate, quindi gli alti livelli dell’Arma fecero scattare un’inchiesta interna.

Come riporta l’ANSA, il comando provinciale Carabinieri di Lecco aveva spiegato che “i fatti che riguardano il comandante della stazione di Bellano sono al vaglio dell’autorità giudiziaria e sono anche oggetto di un’autonoma inchiesta avviata dall’Arma dei carabinieri per stabilire i contorni della vicenda e anche per valutare la sussistenza o meno dei requisiti per la permanenza del militare nell’attuale incarico o di un eventuale trasferimento altrove, vanno verificati i fatti anche a tutela dell’interessato”.

L’ucciso e, a destra, l’uccisore

Il trasferimento ad Asso fu il passo successivo.

Il luogotenente rimase comandante ma in una stazione diversa. La stessa dove – per cause attualmente in corso di accertamento – ha trovato la morte per mano di un collega, il brigadiere Antonio Milia.

Quest’ultimo, catturato stamattina all’alba nel blitz delle teste di cuoio dei Gis, risulta essere stato in trattamento psicologico prima di rientrare in servizio qualche giorno fa.

RedCro

 

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