COLICO – Il 9 aprile un importante consiglio comunale a Colico, nel quale è stata affrontata la questione del ventilato passaggio alla Provincia di Sondrio.
Il consigliere Raffaele Grega (Colico di Tutti) ha subito evidenziato che “l’anomala gestione di una questione così delicata, con una richiesta calata dall’alto e un dibattito extra consiliare, nel quale il Consiglio Comunale è stato finora un semplice spettatore, con la figura della Sindaca di Colico totalmente assente. Non bastano le sue dichiarazioni degli ultimi giorni, peraltro contraddittorie e vaghe, per compensare il vuoto pneumatico di questi mesi, su una questione così importante e complessa, mai sfiorata nel programma elettorale”.
“La risposta della sindaca Monica Gilardi – annotano i due gruppi di minoranza -, basata sull’opportunità di esprimersi solo su questioni protocollate, è apparsa un tentativo di ridurre la sua figura a semplice burocrate, per evitare di esporsi e prendere una posizione politica”.
Il consigliere di ‘Più Comunità‘ Enzo Venini ha osservato che “le comunicazioni informali non sono vietate, ma opportune per trasparenza, anche perché il comitato pro Sondrio è apparso da subito molto organizzato, dichiarando addirittura di aver preso contatti in Regione e non credo all’insaputa dell’Amministrazione di Colico”.
A sua volta, Silvia Paroli ha rincarato la dose: “Ormai è risaputo che gran parte dei membri del Comitato pro Sondrio siano esponenti politici locali che sostengono la Maggioranza e quindi è del tutto inverosimile che la Maggioranza non ne sapesse nulla. Non è credibile non si siano parlati su una questione così importante”.
Come prima comunicazione, il consigliere Venini ha letto l’ordine del giorno che la Provincia di Lecco ha votato all’unanimità, per esprimere ferma e motivata contrarietà al trasferimento di Colico in Provincia di Sondrio, mentre la consigliera Paroli ha presentato una serie di leggi e sentenze, secondo le quali il referendum è possibile e doveroso, affermando che “Una decisione così importante, irreversibile e con molteplici conseguenze non può essere sostenuta da una petizione, strumento pensato per questioni di importanza molto minore, che non garantisce la libertà di scelta democratica, perché la firma è palese e spesso su sollecitazione di conoscenti. Ben diverso è un voto libero nella segretezza della cabina elettorale”.
La stessa Paroli, anche coordinatrice del Comitato “Colico Resta a Lecco”, ha annunciato che è iniziata la raccolta firme per una petizione “uguale e contraria” a quella per il passaggio con Sondrio, affinché Colico rimanga con Lecco.
La maggioranza è apparsa molto compatta, secondo le opposizioni “non solo nel fuggire da una doverosa presa di posizione, ma anche nell’opporsi alla possibilità di approfondire la questione. Infatti, ha bocciato la mozione delle minoranze, che proponeva di costituire un gruppo di lavoro per raccogliere dati, documenti e per analizzare tutti gli aspetti e tutte le conseguenze del cambio provincia con oggettività”.
“Sarebbe stato un atto dovuto vista la complessità della situazione e viste le inesattezze della ricerca del Comitato pro Sondrio – ha aggiunto Paroli – invece, la maggioranza accetta che il Consiglio Comunale prenda una decisione senza la necessaria conoscenza e preparazione su una questione così determinante e complessa. Questo approccio volutamente superficiale ci induce a sospettare”.
E ancora Grega: “Come è possibile pensare di adottare un passaggio così delicato ed importante senza un percorso adeguato, perché non si consente un cronoprogramma adeguato che affronti sotto ogni aspetto tecnico questo progetto? Ci sono molti argomenti neppure sfiorati dalla presentazione del Comitato pro Sondrio”.
“Con un gruppo di lavoro, avremmo analizzato le conseguenze del cambiamento di molti Enti Pubblici, quali ATS, Agenzia delle Entrate, Camera di Commercio, INPS, INAIL, Questura, Prefettura, Tribunale, Catasto, ecc, con inevitabili costi burocratici e con ricadute sulla qualità ed efficienza dei servizi. Così come il mutamento dei servizi sociosanitari, di cui stanno usufruendo molto cittadini fragili, e le conseguenze per la sicurezza. Ad es. come risolvere il problema dei finanziamenti della Comunità Montana Valsassina per la nuova Caserma dei Carabinieri per 185.000 €, di cui 30.000 finanziati dal Comune di Dervio, che andranno restituiti. Inoltre, la Polizia Locale Associata potrebbe proseguire, ma con molte difficoltà: per Dorio, Dervio e Valvarrone, il Tribunale e la Prefettura sarebbero a Lecco, mentre per Colico, il Tribunale e la Prefettura a Sondrio. Dovremmo anche parlare di scuola, dove le condizioni dall’edilizia scolastica in Provincia di Sondrio non sono affatto migliori delle strutture lecchesi, mentre la Provincia di Lecco ha fatto notevoli investimenti sull’Istituto Marco Polo. Senza il gruppo di lavoro, non si potranno confrontare i servizi, ad es. Silea, prima utility a livello nazionale, contrariamente alla valtellinese Secam, che vede i suoi vertici oggetto di inchieste penali. Avremmo anche potuto parlare di Lario Reti Holding, con milioni di investimenti su Colico negli ultimi 15 anni, e quanto sarebbe onerosa l’operazione di cessione rete ed impianti. E magari nel frattempo, non illudiamo le persone che si ridurranno i costi della bolletta dell’acqua“.
“La Maggioranza – conclude la nota – si è assunta la responsabilità di accettare il contenuto di una ricerca di parte e molto limitata nei contenuti, anziché analizzare con un approccio oggettivo tutti gli aspetti della questione e questo è estremamente grave. Del resto, quella ricerca è stata commissionata dalle stesse persone che hanno sempre sostenuto, e sostengono tuttora, la Maggioranza“.
RedPol
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