LECCO – Per i primi sei mesi del 2024, l’Osservatorio Congiunturale dei Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio e Confindustria Como delinea per il campione di imprese delle tre province, rispetto ai dati dell’indagine precedente, un incremento congiunturale a fronte di un rallentamento tendenziale per quanto attiene alla domanda, alla produzione e al fatturato.
“L’andamento eterogeneo delle attività delle imprese del territorio, spesso rilevato nelle nostre indagini, caratterizza anche i dati del primo semestre dell’anno in corso dove in linea generale l’andamento congiunturale è di segno positivo, mentre quello tendenziale risulta moderatamente negativo – evidenzia il presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Marco Campanari -. Una tendenza, questa, in linea con un contesto nazionale dove si registra un peggioramento dell’attività produttiva – continua – e segnata da alcuni elementi critici già noti, come le distorsioni lungo le catene di fornitura. Ma a pesare è anche uno scenario globale altamente incerto e caratterizzato da un trend economico complessivamente decelerato. Non a caso, Confindustria nelle sue ultime analisi economiche segnala come le imprese siano particolarmente caute guardando alle previsioni dei prossimi mesi, in attesa degli sviluppi sullo scenario internazionale dove i conflitti purtroppo in atto, con tutto quello che comportano, e le imminenti elezioni statunitensi contribuiscono a generare preoccupazione ed incertezza”.
“Nonostante tutti questi elementi non credo si debba essere pessimisti – conclude Marco Campanari – soprattutto considerando la solidità delle nostre province e del loro sistema produttivo. Nondimeno, sarà necessario continuare a monitorare con attenzione i segnali sul territorio, da un lato, e gli sviluppi del contesto, dall’altro”.
“Se il mantenimento dei livelli occupazionali non è certamente in discussione, ed è infatti ampiamente confermato da parte delle imprese, i dati rilevati continuano a sottolineare che le aziende del territorio sono preoccupate a causa delle difficoltà nell’acquisire nuovi talenti e le competenze necessarie per assecondare e sostenere i programmi di sviluppo” evidenzia il Direttore Generale di Confindustria Lecco e Sondrio, Giulio Sirtori. “Gli ostacoli che le aziende affrontano nell’individuare personale qualificato – conclude – sembrano confermarsi come tema critico per eccellenza, con più della metà delle imprese a segnalarlo e, paradossalmente, è un indice del buono stato di salute del sistema produttivo anche in un contesto non particolarmente brillante”.
TRANSIZIONE GREEN, SOSTENIBILITA’ D’IMPRESA E INVESTIMENTI
Le imprese del campione confermano, per il periodo gennaio-giugno 2024, di aver realizzato o in corso azioni ed investimenti per sostenere il proprio sviluppo.
Per oltre una realtà su due i progetti riguardano il risparmio energetico (57%) e la sostenibilità ambientale (50,1%). Due realtà su cinque sono state inoltre impegnate nel potenziamento del capitale fisico (47%) in termini di macchinari, attrezzature e capannoni, nell’inserimento in azienda di tecnologie per la digitalizzazione (44,1%) oltre che in interventi di ricerca e sviluppo (43%). In circa un caso su cinque (16,4%) gli investimenti sono stati orientati all’internazionalizzazione.
DOMANDA
Nei primi sei mesi del 2024 l’indicatore associato agli ordini ha mostrato un incremento congiunturale a fronte di una decelerazione sul versante tendenziale.
La variazione misurata attraverso il confronto con la prima metà del 2023 si è attestata al -3,6%. Il dato rilevato rispetto al semestre luglio-dicembre 2023 – quando la domanda era stata vista diminuire di quasi cinque punti percentuali (-4,9%) in confronto ai livelli dei sei mesi precedenti – risulta invece pari al +2%, mostrandosi più favorevole rispetto alle previsioni di mantenimento dei livelli formulate ad inizio dell’anno.
Nonostante la congiuntura positiva, le aspettative per la seconda metà del 2024 assumono valori cautamente negativi (-4,1%).
PRODUZIONE
Il campione indica per la produzione dinamiche coerenti con la domanda: un calo dell’attività nel confronto ad un anno e variazioni in crescita rispetto al semestre precedente.
Il raffronto con i livelli del corrispondente semestre gennaio-giugno 2023 evidenzia un rallentamento tendenziale di circa due punti percentuali (-2,2%). L’analisi congiunturale con la seconda metà del 2023, periodo per il quale la produzione era in diminuzione di quasi quattro puti percentuali (-3,7%) rispetto ai sei mesi precedenti, indica invece un incremento del +2,3%, dato che soddisfa, al rialzo, le previsioni di lieve crescita formulate nel precedente osservatorio (+0,8%).
Hanno il segno meno le aspettative circa l’attività produttiva per il semestre luglio-dicembre 2024: in media le aziende del campione attendono un calo del -4,3%.
La capacità produttiva mediamente utilizzata tra gennaio e giugno 2024 è pari al 69%, inferiore di sei punti percentuali rispetto a quanto registrato per la seconda metà del 2023 (75%).
Nell’ambito del campione la situazione appare fortemente eterogenea con differenze riguardo l’utilizzo degli impianti a livello dimensionale: le realtà fino a 50 occupati indicano un impiego (58,1%) rispetto alle aziende di dimensioni maggiori (82,8%).
Guardando invece al comparto di attività si osserva un tasso decrescente passando dalle realtà tessili (81,5%) alle metalmeccaniche (73,3%), fino a quelle degli altri settori (65,4%).
La produzione gestita ricorrendo alla subfornitura determina un contributo di circa cinque punti percentuali (4,8%). Nella scelta dei partner con cui collaborare, il campione indica di rivolgersi prevalentemente a soggetti italiani (3,7%) e, in misura minore, ad aziende straniere (1,1%).
FATTURATO
Il fatturato descrive, nei primi sei mesi del 2024, andamenti coerenti con quanto registrato per la domanda e l’attività produttiva: si riscontrano rallentamenti tendenziali a fronte di aumenti, di entità più consistente, a livello congiunturale.
La variazione ad un anno rispetto ai livelli della prima metà del 2023 è pari al -1,8%. Il confronto con il semestre luglio-dicembre 2023 evidenzia invece una crescita congiunturale superiore ai tre punti percentuali e mezzo (+3,6%); il dato, che giunge dopo la diminuzione di circa tre punti percentuali e mezzo (-3,4%) registrato tra luglio e dicembre 2023 rispetto ai precedenti sei mesi, disattende al rialzo le caute previsioni precedentemente formulate (-0,7%).
Per la seconda metà del 2024 le vendite non sono considerate proseguire con la fase di aumento che ha interessato i primi mesi dell’anno: in media le realtà lecchesi e sondriesi del campione indicano di attendersi un ulteriore lieve calo, pari al -2,1%.
Analizzando i pareri qualitativi formulati riguardo l’evoluzione del fatturato nel corso degli ultimi mesi del semestre, nello specifico tra aprile e giugno 2024, nella maggioranza dei casi il sentiment indica una diminuzione delle vendite che prevale sull’aumento, sia a livello italiano sia per l’estero.
Nello specifico, il fatturato sul mercato domestico è in contrazione per il 38,5% del campione, sui livelli del trimestre gennaio-marzo per il 39,4% e in aumento per il restante 22,1%. Le esportazioni sono considerate in riduzione da oltre una realtà su due (51,4%), stabili dal 24,3% del campione e in espansione dal rimanente 24,3%.
La presenza sui mercati internazionali si conferma asset competitivo importante: nel primo semestre 2024 la quota di fatturato realizzato oltre confine è stata superiore ad un terzo del totale (33,5%), a conferma dell’elevata qualità e del know-how delle produzioni realizzate nel territorio. Oltre la metà dell’export, una quota pari al 19,0% delle vendite complessive, è realizzato nei paesi dell’Europa Occidentale, area che si conferma principale mercato di destinazione delle vendite oltre confine. Seguono per importanza l’Est Europa (3,3%), gli Stati Uniti (2,9%), l’America Centro-Meridionale (2,4%), i BRICS (2,1%) e l’Asia Occidentale (1,1%).
MATERIE PRIME
Tra gennaio e giugno 2024 le imprese aderenti all’indagine hanno segnalato la presenza di alcune criticità, già ampiamente rilevate nel corso dei precedenti semestri, riguardo all’approvvigionamento delle materie prime.
Per quanto riguarda l’andamento dei costi delle commodities, tra gennaio e marzo il 25,8% delle aziende ha comunicato un apprezzamento dei listini dei fornitori, il 58,7% ha indicato un quadro invariato e il 15,6% ha segnalato un calo con prezzi maggiormente favorevoli. Nei successivi tre mesi, tra aprile e giugno 2024, l’aumento dei prezzi è stato riscontrato dal 28,1% delle aziende, a fronte di una diminuzione comunicata dal 16,6% e da stabilità rilevata dal restante 55,4%.
Per quanto attiene le inefficienze esistenti lungo le catene di fornitura, il campione ha segnalato un’estensione delle tempistiche necessarie al ricevimento delle merci nel 27,2% dei casi (il 17,7% nel secondo semestre 2023), la consegna di quantità di merci inferiori al fabbisogno nel 17% (il 13,7% nello scorso osservatorio) e un peggioramento della qualità dei materiali e dei beni approvvigionati nell’8,7% dei casi (l’8,2% in precedenza).
Proseguono quindi anche gli effetti distorsivi sull’attività delle imprese generati da questi fattori: il 15,2% è stato costretto a riorganizzare, anche solo parzialmente, il lavoro e l’attività produttiva (12% nel precedente osservatorio), il 26,9% ha indicato di aver subito impatti rilevanti sui costi di produzione (il 33,7% in precedenza) e il 46,1% ha comunicato una diminuzione della propria marginalità (il 42,3% nella seconda metà del 2023).
OCCUPAZIONE
Le aziende del campione hanno tratteggiato uno scenario di generale conservazione dell’occupazione tra gennaio e giugno 2024.
L’indicazione prevalente è stata appunto la stabilità, segnalata direttamente dal 56,6% delle imprese. In caso di variazione, la riduzione (22,1%) e l’aumento (21,3%) si bilanciano, rafforzando la tenuta del quadro generale.
Le imprese del territorio continuano ad evidenziare difficoltà nell’individuare sul mercato personale con le competenze necessarie a rispondere ai fabbisogni: nei primi sei mesi del 2024 la quota di imprese che ha sottolineato questa criticità si è attestata al 54% (in crescita rispetto al 33,5% rilevato nel secondo semestre 2024).
Le previsioni occupazionali per il semestre luglio-dicembre 2024 non fanno emergere particolari elementi di svolta rispetto a quanto registrato per la prima parte dell’anno, confermando il quadro di stabilità. Circa due terzi del campione (65,8%) attende infatti una conservazione dei propri organici, il 16,2% ipotizza una crescita e il rimanente 18% prevede una riduzione.