MANDELLO DEL LARIO – Respinta due volte ai cancelli in poco più di dodici ore. Così è andata per Cristina Gilardoni, che dopo l’estromissione dalla sua azienda e la decisione del Tribunale di affidarne la direzione al figlio, ha comunque riprovato a entrare nella Gilardoni Raggi X di Mandello.
Lo racconta Giampiero Rossi sulle pagine del Corriere della Sera. La presenza dell’anziana titolare turba il clima interno, ha detto il giudice, dunque il figlio-commissario non ha potuto fare altro che costringerla ad allontanarsi. Lei incredula e furente viene respinta martedì sera attorno alle 18.30 ma in pochi se ne accorgono. All’indomani alle 8 arrivano gli operai e per la prima volta non trovano l’83enne titolare ad attenderli, “alle 9,20 il colpo di scena – racconta Rossi -: si rivede la piccola auto bianca e va in scena il nuovo blitz della presidente. Il cancello resta chiuso, lei è fuori. Insiste per entrare, ma di nuovo riceve una risposta negativa che rimanda a ordini superiori”.
La sentenza del Tribunale è dell’11 ottobre e da allora Marco Taccani ha preso le redini dell’azienda fondata dal nonno Arturo. Per una settimana l’83enne Cristina ha avuto ancora accesso allo stabilimento, poi la decisione. L’allontanamento della “padrona” si inserisce tuttavia in una serie di provvedimenti fondamentali per normalizzare il rapporto con i dipendenti di ogni ordine e grado, da anni sottoposti a vessazioni e licenziamenti. Proprio in questo nuovo corso si inseriscono anche iniziative di riavvicinamento verso il personale “sbattuto fuori” o allontanatosi più o meno volontariamente dall’azienda.
Una normalizzazione anche verso l’esterno: i giardinieri in queste ore hanno potato le piante e tagliato l’erba dei prati di pertinenza dell’azienda ed affacciati sulla strada comunale, pratica che per anni l’anziana presidente ha sempre vietato di fare.