La definizione dei capi da indossare sul luogo di lavoro è fondamentale tanto in termini di comfort, immagine dell’azienda che di sicurezza. La normativa di riferimento in Italia è la Legge 626, che insieme al DLgs 81/08 è andata a stabilire quanto concerne proprio la sicurezza sul lavoro, inclusi gli indumenti di cui devono essere dotati i dipendenti, onde prevenire eventuali infortuni e malattie.
Si tratta di vestiti e accessori che risultano diversi a seconda del settore di riferimento e vanno definiti alla luce di tre fattori: rischi specifici del comparto, funzionalità, resistenza e qualità dei tessuti.
Viste le molteplici variabili da considerare c’è una soluzione che si rivela interessante per le imprese, così da “risolvere la questione alla radice”: dotarsi di capi di abbigliamento da lavoro personalizzato che siano certificati, in linea con la mansione, la stagione e via dicendo.
Questa opzione ha il vantaggio, oltre che di rispettare la normativa in vigore, di stabilire un clima più sereno nel personale, conferendo un’immagine professionale alla realtà imprenditoriale.
Cosa prevede la normativa
La normativa attuale prevede come responsabile ultimo della sicurezza sui luoghi di lavoro lo stesso datore di lavoro, il quale dovrà fornire ai propri dipendenti gli indumenti adeguati affinché possano proteggere i collaboratori dai rischi a cui vanno incontro.
Si tratta di un aspetto cruciale in diversi settori: Ho.Re.Ca., medicale, ospedaliero, industriale, metalmeccanico, edile e via dicendo. Come si può comprendere, ognuno di tali ambiti presenta peculiarità differenti e distintive, a fronte di molteplici pericoli per la salute da cui tutelarsi è possibile, indossando i capi giusti e adottando le altre misure predisposte dal legislatore.
L’importanza dei materiali e l’abbigliamento ad alta visibilità
I materiali, nell’abbigliamento da lavoro, sono uno degli elementi di maggiore importanza. Devono essere resistenti, di buona fattura, in grado di garantire una durata ottimale nel tempo senza perdere di efficacia.
Allo stesso tempo appare essenziale che riescano ad assicurare il comfort necessario a chi li indossa, consentendo una buona mobilità dell’individuo, senza risultare di intralcio durante lo svolgimento della mansione.
Una parentesi a parte merita l’abbigliamento ad alta visibilità, utilizzato all’interno di diversi comparti dell’economia e, nello specifico, in tutte quelle situazioni in cui la visibilità del lavoratore può essere inficiata da condizioni, appunto, di scarsa visibilità.
In questo caso i tessuti devono essere in colori facilmente individuabili, sono infatti spesso fluorescenti, alternati a strisce catarifrangenti. La definizione di tali indumenti è particolarmente delicata, in quanto appare decisiva in termini di sicurezza.
Il valore aggiunto dell’abbigliamento professionale
Ci sono lavori per cui non è possibile indossare gli stessi indumenti del tempo libero e sono, in realtà, la maggior parte. I capi di abbigliamento professionale hanno tratti per cui risultano idonei per lo svolgimento di un certo compito e sono progettati appositamente per garantire una tutela superiore.
Per fare un esempio, un muratore non potrà utilizzare dei jeans per svolgere il suo lavoro: dovrà avere dei pantaloni da lavoro ad hoc. E non potrà calzare ai piedi delle scarpe robuste; dovrà disporre di quelle antinfortunistiche.
Può sembrare un’affermazione ormai da dare per scontata, oltre che applicabile a qualsiasi settore ma, visti i numeri importanti in Italia di incidenti e, purtroppo, decessi, non si parla mai abbastanza di sicurezza sui luoghi di lavoro.