Per molti giovani e le loro famiglie è giunto il tempo della scelta delle scuole superiori. È quindi un momento importante, dove in qualche modo le opzioni scolastiche offerte possono ipotecare il futuro.
Per scegliere con più consapevolezza servirebbe un buon orientamento, con una altrettanto buona conoscenza di come stanno le cose.
Nel frattempo, tra le proposte sul tavolo ci sono due importanti novità: l’istituzione di un nuovo liceo del Made in Italy e la riforma dell’istruzione tecnica e professionale targata Valditara.
Per l’importanza e la complessità dell’argomento, e per offrire un miglior servizio ai nostri lettori, pubblicheremo i prossimi giorni una approfondita intervista che abbiamo fatto all’ingegner Valerio Ricciardelli, che spesso nei suoi scritti ci indirizza ad analizzare questi argomenti in una prospettiva più allargata di quella che ci viene trasmessa dagli addetti ai lavori.
Nell’attesa, e considerando che è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.300 del 27 dicembre 2023, la legge 27 dicembre 2023, n. 206 recante le disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela, in Italia e all’estero, del made in Italy e che quindi istituisce il nuovo liceo, pensiamo sia cosa buona per chi vuol farsi un’opinione, ripubblicare un corposo documento, denominato “Osservazioni sull’istuzione del Liceo del made in Italy”, che Ricciardelli aveva inviato ad alcuni parlamentari lo scorso mese di agosto, prima del dibattito per l’approvazione del disegno di legge.
> Liceo del made in Italy- note per dibattito parlamentare
Il documento, pur apprezzato da taluni, non ha riscosso attenzione nella maggioranza che ha proseguito secondo quando previsto nel disegno di legge originario.
Ciò non significa che tutte le osservazioni di cui ha scritto Ricciardelli, non possano sollevare importanti dubbi su questa scelta, ed è la ragione per cui ne riparliamo.
Le osservazioni di Ricciardelli, sempre molto argomentate, sono chiare. Da una parte sostiene che prima di istituire una scuola per il made in Italy, sarebbe opportuno definire con molta precisone cos’è, facendoci capire che la parte preponderante di questi “beni fatti in Italia” non è certo il cibo o i vini, ma quella che lui chiama la meccanica strumentale, che è la percentuale maggiore delle nostre esportazioni. E quindi, con proposte molto concrete, ci fa capire che servirebbe, invece, per soddisfare la carenza di tecnici delle nostre aziende, un istituto industriale del made in Italy, per il quale suggerisce anche il nuovo curriculum.
Ma poi, il nostro esperto riserva anche un occhio di riguardo agli altri beni secondari del made in Italy, ricordando che ci sono già dei buoni istituti tecnici e professionali dedicati a questi settori, invitando se fosse necessario a un loro potenziamento, ma non all’istituzione di una nuova scuola. Poi ci fa notare che in Germania, nonostante la presenza di molti “marchi storici” e l’importanza dell’export tedesco, non c’è il liceo del made in Germany.
Il documento di Ricciardelli chiude con un certo pragmatismo, facendo osservare ancora che, “Visto lo stato della nostra economia, avremmo bisogno di meno “commemorazioni” e “autocelebrazioni”, che sono prevalentemente centrate su noi stessi, e più azioni innovative, efficaci e strategiche per competere con più probabilità di successo nei mercati che ci stanno attendendo, prima che arrivino gli altri”.
RedScuo
> ANSA/ARRIVA IL LICEO DEL MADE IN ITALY