Gesù, dopo la cena pasquale con i suoi apostoli, si ritira a pregare nell’Orto degli ulivi, chiamato Getsemani.[1]
Questo può essere considerato il primo momento della sua Passione.[2]
Solo nel Vangelo di Luca (22:43-44) è narrato che Gesù al termine della preghiera riceve la consolazione da parte di un angelo e che il suo sudore diventò “come gocce di sangue”.[3]
Luca 22,43-44
43 Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo.
44 In preda all’angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra.
Prima considerazione: l’autenticità del versetto
L’autenticità di questo versetto è stata messa in discussione da diversi studiosi, perché è assente nei manoscritti più antichi.
Si ritiene che possa essere stato aggiunto da copisti del II e III secolo per enfatizzare l’umanità di Gesù, che prova profonde sofferenze umane, con l’intento di sostenere la visione cristologica cattolica, secondo la quale egli è vero Dio e vero uomo, e di contrastare le dottrine gnostiche e marcionite, che lo consideravano esclusivamente di natura divina.
Nelle edizioni moderne del testo greco il versetto è posto tra parentesi quadre per indicarne la dubbia autenticità.[4]
Seconda considerazione: l’analisi filologica
La parola “come” (in greco hosei) utilizzata da Luca ha fatto molto discutere i biblisti.
Secondo un’interpretazione, il sudore di Gesù appariva semplicemente simile a gocce di sangue. In tal modo, Luca prefigurerebbe la sanguinosa morte imminente di Gesù e l’espressione “gocce di sangue” servirebbe a sottolineare l’abbondanza della sudorazione. [5]
Altri, invece, osservano che hosei (“come se fosse”) indica più un requisito che un paragone e ipotizzano dunque che Gesù, in preda all’angoscia, possa aver effettivamente sudato sangue, soffrendo di un episodio di ematoidrosi.
Terza Considerazione: la presunta ematoidrosi
Tuttavia, per questo presunto “caso clinico” non esiste alcun testimone oculare: Luca non era presente nel Getsemani.
Inoltre, se Gesù avesse davvero sudato sangue, sarebbe stato ricoperto da tracce ematiche e avrebbe macchiato i propri abiti. Un evento tanto straordinario non sarebbe certo sfuggito agli altri evangelisti, che lo avrebbero probabilmente riportato.
È dunque più probabile che Luca stia proponendo un’analogia, anziché una diagnosi di ematoidrosi.
Inoltre bisogna considerare che l’episodio avvenne di notte, in condizioni di scarsa illuminazione, e che la visione notturna è scotopica, cioè avviene principalmente attraverso i bastoncelli, che hanno una ridotta capacità di distinguere i colori rispetto ai coni.
La luce delle torce dell’epoca, prevalentemente nello spettro del rosso e del giallo, avrebbe potuto far sembrare il sudore leggermente rosato. È plausibile, quindi, che un testimone oculare abbia riferito a Luca questo particolare, interpretandolo in maniera soggettiva.
Conclusione
In conclusione, la risposta alla domanda del titolo è negativa: Gesù non sudò sangue, cioè non soffrì di ematoidrosi, nonostante che nel Getsemani fosse in preda ad un’angoscia profonda.
Questa considerazione conclusiva non dovrebbe comunque influenzare la meditazione e le riflessioni spirituali dei credenti sull’agonia di Gesù.
Approfondimento medico sull’ematoidrosi
La sudorazione spontanea di un fluido che presenta tracce di sangue, in assenza di lesioni cutanee, è definita ematoidrosi o emoidrosi; (in inglese hematidrosis o hematohidrosis). Questo fenomeno patologico, estremamente raro, suscita scetticismo in alcuni ambienti scientifici, sia per il fatto che la sua eziologia non è ancora stata completamente chiarita, sia per i pregiudizi legati alle sue implicazioni religiose.
Un’attenta analisi della letteratura medica conferma che, sebbene rara, tale condizione si manifesta anche negli esseri umani.
Una ricerca approfondita della letteratura medica dimostra che tale condizione, sebbene rara, si manifesta anche negli esseri umani.[6]
Sebbene la sua eziopatogenesi non sia ancora completamente chiarita, si ritiene che la condizione possa essere scatenata da stress emotivo o fisico intenso, forti emozioni, spavento, paura, dolore o ansia estrema. Tuttavia, in molti casi, come alcuni occorsi durante il sonno, non sono stati identificati fattori scatenanti.
Si ipotizza che un evento particolarmente stressante attivi il sistema nervoso simpatico, provocando inizialmente una vasocostrizione seguita da una vasodilatazione, accompagnata da un aumento della permeabilità capillare[7] o dalla rottura dei capillari che circondano le ghiandole sudoripare, facendo sì che il sangue si mescoli al sudore.
Nella moderna letteratura medica sono stati descritti 207 casi (revisione personale).
C’è una marcata predominanza femminile (>80%); la maggior parte dei casi sono descritti in pazienti di età compresa tra 9 e 15 anni (intervallo di età 6 mesi-72 anni) con un’età media di 12 anni.
Quasi due terzi dei casi (62%) sono asiatici, in particolare con segnalazioni da India, Pakistan e Cina. L’Africa rappresenta il secondo continente per numero di casi riportati, mentre in Europa, Australia e nelle Americhe le segnalazioni sono molto più rare.
Questa distribuzione geografica ha fatto a ipotizzare l’esistenza di una possibile predisposizione genetica nei soggetti con cute più scura, ipotesi ulteriormente supportata dall’osservazione di casi familiari (fratelli affetti) e e da indagini genetiche eseguite in alcuni casi.
L’ematoidrosi può manifestarsi in diversi parti del corpo, sia simultaneamente che in momenti differenti. La regione della testa, interessata nel 96% dei casi, rappresenta il sito di sanguinamento più frequente; alcuni pazienti possono riferire sintomi prodromici quali mal di testa e dolore addominale.
In genere, si tratta di un sanguinamento modesto che dura pochi minuti e si arresta spontaneamente.
Il fluido macchiato di sangue è descritto come rosato e acquoso, con una tonalità più chiara rispetto al sangue. Dopo la sua rimozione, la pelle sottostante appare integra, senza segni di lesioni o traumi.
La diagnosi di ematoidrosi è una diagnosi per esclusione.
Devono essere escluse alterazioni piastriniche e della coagulazione, la porpora di Schonlein Henoch, anomalie vascolari della cute e soprattutto la cromidrosi, una condizione rara caratterizzata da sudorazione colorata dovuta a coloranti, farmaci, batteri cromogeni, funghi.
I criteri diagnostici includono:
- episodi ricorrenti di essudazione spontanea, indolore e autolimitante di un fluido rosato
- la cute, sede dell’emorragia è normale senza abrasioni, né teleangectasie
- l’esame microscopico ed ematochimico del fluido dimostra la presenza di globuli rossi e pochi leucociti, la concentrazione di emoglobina è inferiore a quella del sangue venoso.
Gli esami ematici risultano nella norma, così come le biopsie cutanee.
Tuttavia, va considerato che le biopsie di solito sono state eseguite dopo la cessazione del sanguinamento, quando le alterazioni patologiche del derma, delle ghiandole sudoripare e dei capillari potrebbero essersi già risolte. Questa osservazione metodologica suggerisce l’importanza di effettuare una biopsia immediata e non tardiva.
Il trattamento e la prognosi
L’ematoidrosi è una condizione benigna e transitoria, che di solito si risolve spontaneamente, senza mortalità.
I trattamenti indicati in letteratura includono l’uso di betabloccanti (propranololo orale), ansiolitici e antidepressivi e un supporto psicologico.
Dr Giorgio M. Baratelli
Chirurgo senologo
Direttore Unità di Senologia Ospedale di Gravedona (CO)
Membro Comitato Scientifico Accademia di Senologia “Umberto Veronesi”
Presidente LILT di Como
[1] Getsemani è un termine aramaico che significa frantoio.
[2] l’orazione nell’orto degli Ulivi, nella tradizione della Chiesa Cattolica, è il primo mistero doloroso del rosario.
[3] L’evangelista Luca era medico.
[4] Escludono il brano: il Papiro 69, il Papiro 75, il Codice Sinaitico , il Codice Alessandrino, il Codice Vaticano, il Codice Petropolitanus Purpureus, il Codice Nitriensis, il Codice Borgianus, il Codice Washingtonianus, il Palinsesto sinaitico, le versioni copte della Bibbia e i manoscritti georgiani.
Mettono in dubbio il brano: il Codice Sangallensis, il Codice Petropolitanus Purpureus, il Codice Vaticano.
[5] anche nel linguaggio comune l’espressione “sudare sangue” è utilizzata per descrivere sforzi straordinari e sacrifici estremi necessari per superare grandi difficoltà.
[6] Già nel terzo secolo a.C., due trattati di Aristotele (Historia animalium e De partibus animalium) contenevano segnalazioni sul sudore ematico negli animali. Altre segnalazioni sono state fatte da Teofrasto (Sul sudore, 11-12) e Galeno (secondo secolo). Leonardo Da Vinci descrisse un soldato che sudava sangue prima della battaglia.
[7] l’adrenalina, prodotta un situazioni si stress, può determinare un danno dell’endotelio e quindi un aumento della sua permeabilità.