MANDELLO DEL LARIO – Il 27 gennaio 1945 si aprono i cancelli di Auschwitz. E proprio per questo il 27 gennaio è la data di una ricorrenza internazionale molto sentita, il ‘Giorno della memoria’. Per l’occasione, nei negozi di Mandello del Lario è stata distribuita una locandina con un disegno e una poesia dei bambini di Terezin.
Terezin è il più grande campo di stermino della Repubblica Ceca e tra il 1941 e il 1945 diventò il ghetto dell’infanzia, una delle più mostruose invenzioni del nazismo, un’incancellabile vergogna della storia. 15mila bambini dai 7 ai 13 anni furono strappati dalle loro case, dalle loro famiglie e costretti a vivere in un mondo terribile e brutale. Da Terezin poi a scaglioni, questi ragazzi furono trasportati ad Auschwitz e qui uccisi, avvelenati, bruciati e le loro ceneri disperse. Dei quindicimila ragazzi soltanto centro scamparono alla morte.
Nel ghetto di Terezin alcune persone riuscirono a difendere la dignità di essere umano andando oltre alla certezza della morte e dell’annientamento e, pur essendo in una condizione disperata, a organizzare i bambini del ghetto, a farli lavorare, a infondere loro coraggio, a sostenerli fino alla fine. È grazie a loro che noi oggi possediamo poesie, testi e disegni dei bambini e dei ragazzi di Terezin che sono raccolte nel libro ‘I bambini di Terezin’ a cura di Mario De Micheli, edizioni Feltrinelli. E inoltre l’assessorato all’istruzione di Mandello ha suggerito alle insegnanti della scuola secondaria e degli ultimi anni della scuola primaria di proporre a scuola la visione del film ‘Venti minuti’ di Daniele Esposito.
Al Teatro De André, invece, venerdì 27 gennaio alle 21 verrà proiettato il film ‘Jona che visse nella balena’ di Roberto Faenza. Jona è un bambino ebreo di quattro anni che viveva ad Amsterdam prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1940, dopo l’occupazione della città da parte dei tedeschi, viene deportato insieme ai suoi genitori ebrei dapprima nel campo di concentramento di Westerbork e quindi in quello di Bergen-Belsen, dove trascorrerà l’intero periodo della guerra. A Bergen-Belsen vive in una baracca con la madre, mentre il padre è assegnato a un altro settore del campo. Il bambino patisce freddo, fame, paure, sofferenze e angherie anche da parte degli altri ragazzi. Ma sopravvive al campo, mentre non così sarà per i suoi genitori: il padre muore durante la prigionia, la madre pochi giorni dopo la liberazione. Jona torna ad Amsterdam dove viene adottato da una famiglia di amici di famiglia. Avrà modo di studiare e diventerà un fisico.
Si tratta di un film pluripremiato, con tre David di Donatello: per la regia, la colonna sonora (di Ennio Morricone) e i costumi. Vince anche il Nastro d’Argento e il Premio Unicef. È un film dove la macchina da presa è all’altezza del bambino, avremo modo dunque di vedere il lager con gli occhi di un bambino. La visione del film è adatta anche per gli alunni degli ultimi anni della scuola primaria.
L’assessore all’Istruzione, Doriana Pachera, ricorda infine l’esperienza vissuta da quattro studentesse di Mandello del Lario che frequentano l’Istituto Bertacchi di Lecco. Le studentesse si chiamano Alice Falvo, Nicoletta Swami, Francesca Riva e Chiara Sandionigi. Grazie alla loro insegnante, Caterina Bonaiti, la loro classe (insieme a un’altra) ha partecipato al concorso indetto dal Ministero: ‘I giovani ricordano la Shoah’. Le classi sono risultate vincitrici e hanno quindi partecipato al viaggio a Cracovia e ad Auschwitz accompagnate dal Ministro della Pubblica Istruzione, Valditara, dalla presidente dell’UCEI, Di Segni, e dalla sopravvissuta Tatiana Bucci. Hanno vinto per l’originalità di alcuni lavori, in particolare per una canzone rap scritta e interpretata da un compagno che si esibirà al Quirinale davanti al presidente Mattarella il 27 gennaio.