Ieri i telegiornali e i giornali hanno parlato del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), anche se in modo marginale perché le notizie importanti erano altre, come l’esclusione della nazionale di calcio dagli europei, il tracollo di Biden e le elezioni francesi; questo perché ieri, 30 giugno 2024, era l’ultimo giorno utile per esercitare il diritto all’opposizione del pregresso (vuol dire che opponendosi sono esclusi i dati precedenti al 19 maggio 2020).
Ora pochi sanno cos’è il FSE e soprattutto nessuno ha spiegato come fare per esercitare questo diritto all’opposizione del pregresso.
Per inciso mi chiedo: che razza di diritto è? A me sembra tanto un diritto inventato apposta per ammansire i cittadini, una specie di contentino inutile e anche irritante.
Comunque, in quest’estate, che sta esplodendo al centro-sud ma che fatica a decollare al nord, a pochi interessano le storie del FSE e di questo straordinario diritto.
Se poi qualche curioso e puntiglioso ha cercato di capire come fare per esercitare il diritto di opposizione ha trovato che è necessario avere a disposizione SPID/CIE/CNS o, in alternativa, tessera sanitaria/codice STP.
A questo punto, solo a leggere la sigla SPID, anche il curioso-puntiglioso più ostinato ha lasciato perdere perché ha considerato stupido, oltre che frustrante, sprecare il proprio tempo con questo sistema (provare per credere) e probabilmente ha deciso che era meglio andare a farsi un bel gelato.
Il FSE, istituito dal Parlamento italiano nel 2012 ed entrato effettivamente in funzione nel 2015, è un contenitore digitale dei documenti sanitari del cittadino, che sono accessibili al cittadino stesso e ai medici (previo consenso) quando lo prendono in cura.
L’adozione del FSE a livello nazionale non è stata lineare: la regionalizzazione della sanità ha comportato che ciascuna Regione e le due Province Autonome hanno attivato un proprio fascicolo sanitario, con conseguente assenza di un database unico, omogeneo e condiviso a livello nazionale.
Per ovviare a questo problema si sta preparando la versione 2.0 che entrerà in vigore nel 2026.
Il FSE è certamente un ottimo strumento, ma se usato male può creare problemi.
Io e una mia allieva dell’Accademia di Senologia di Gravedona, Nicole Perlini, abbiamo segnalato un esempio di cattiva comunicazione in senologia proprio dovuto all’introduzione del Fascicolo Sanitario Elettronico, all’ultimo congresso di Firenze (27-29 settembre 2023).
Il problema che abbiamo evidenziato è quello relativo al referto dell’esame istologico che è inserito in modo automatico dai colleghi patologi nel Fascicolo Sanitario Elettronico e quindi diventa accessibile alla paziente, prima che lo stesso sia consegnato al medico di riferimento (il chirurgo o il team multidisciplinare).
La paziente legge il referto e non capendo quanto c’è scritto, in particolare non capendo le sigle in esso contenute, si consulta prima con Google e poi, in stato d’ansia, telefona al chirurgo di riferimento il quale è preso alla sprovvista.
Per ovviare a questo inconveniente abbiamo proposto che i referti della paziente siano inseriti nel Fascicolo Sanitario Elettronico solo dopo la discussione multidisciplinare del caso.
È interessante e molto gratificante osservare che in sede congressuale gli stessi problemi sono stati evidenziati nella relazione di Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia.
Giorgio M. Baratelli
Chirurgo senologo
Direttore Unità di Senologia Ospedale di Gravedona (CO)
Membro Comitato Scientifico Accademia di Senologia “Umberto Veronesi”
Presidente LILT di Como