BELLAGIO (CO) – Il Coordinamento ‘Salviamo il Monte San Primo’ ha inviato alla Regione Lombardia le proprie perplessità in merito all’individuazione dell’area sciabile nella località San Primo, in comune di Bellagio.
La pratica è legata al progetto della Comunità Montana Triangolo Lariano e del Comune di Bellagio, che prevede la realizzazione di nuovi impianti sciistici e di innevamento artificiale. Infatti, parallelamente al nuovo progetto, la pista deve essere autorizzata ex novo dalla Regione e inserita nell’elenco delle piste per lo scii alpino. Questo in base alla legge regionale, che prevede che “la Giunta regionale – previo parere di un Comitato Tecnico composto da esperti in materia – individui le aree sciabili attrezzate, nell’ambito delle aree destinate alla pratica degli sport sulla neve, nel rispetto della pianificazione urbanistica, territoriale e paesaggistica”.
Sono molte le perplessità sottolineate dal Coordinamento. La nuova pista prevista al San Primo si trova sotto i 1.200 metri di quota. I vecchi impianti sciistici sul monte lariano, di fatto, sono andati progressivamente in disuso per mancanza di neve dall’inizio degli anni 2000, per poi essere definitivamente chiusi nel 2018. Il principale motivo della chiusura degli impianti a bassa quota si può ricercare nella non economicità della gestione – a causa delle scarse precipitazioni nevose – e nell’innalzamento della quota neve.
La stessa Regione Lombardia, in alcuni atti relativi al riconoscimento delle aree sciabili, richiama i principi del “Documento di azione regionale per l’adattamento al cambiamento climatico della Lombardia“, raccomandando di:
- prestare particolare attenzione alla Linea di Affidabilità della Neve, in progressivo aumento di quota;
- effettuare una valutazione economica dei comprensori sciistici lombardi volta a stimare la convenienza economica della loro rivitalizzazione;
- salvaguardare l’offerta sportiva per il turismo invernale, laddove economicamente sostenibile.
Paradossalmente sono gli stessi proponenti del progetto che – nella relazione rivista a gennaio 2025 – scrivono che: “… la Comunità Montana Triangolo Lariano e il Comune di Bellagio sono intenzionati alla realizzazione di una riqualificazione che sia un volano turistico per l’intero territorio sia nel periodo estivo, sia in quello invernale che, negli ultimi decenni, ha sofferto del calo progressivo delle precipitazioni nevose“.
In tal senso, nelle osservazioni inviate alla Regione, il Coordinamento ‘Salviamo il Monte San Primo’ ha sottolineato che nella zona in cui sono previsti i nuovi impianti sciistici, negli ultimi decenni l’innevamento naturale è risultato molto limitato, con picchi di neve massimi di circa 20 cm per brevi periodi e non in tutte le stagioni invernali. In molti casi nei mesi di dicembre o gennaio si è verificato lo scioglimento completo del manto nevoso per le oscillazioni verso l’alto delle temperature stagionali. Inoltre le associazioni hanno rimarcato che – in mancanza di adeguate condizioni di temperatura – anche con l’innevamento artificiale sarebbe compromessa la possibilità di poter mantenere in esercizio e percorribile dagli utenti la pista per almeno 30 giorni nel corso della stagione sciistica di riferimento.
Il Coordinamento ha chiesto infine una precisa “valutazione della sostenibilità economica del comprensorio sciistico”, ad oggi completamente ignorata dalla Comunità Montana e dal Comune di Bellagio.
Le osservazioni contro l’individuazione dell’area sciabile sono state sottoscritte – a nome del Coordinamento ‘Salviamo il Monte San Primo’ – da Roberto Fumagalli, presidente Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”; Roberto Cerati, presidente Gruppo Naturalistico della Brianza; Costanza Panella, direzione Legambiente Lombardia; Gianni Del Pero, presidente WWF Lombardia; Emilio Aldeghi, presidente CAI Lombardia.